19 Maggio 1898 – Nasceva J. Evola maestro della “Rivolta contro il Moderno Moderno”

Fotoritratto evola stanislao nievo

di Maurizio Rossi

La sua figura era paragonabile a quella di un convitato di pietra, ovvero di colui che siede al cospetto della società, ma appartiene ad altri mondi. D’altronde lo stesso Evola aveva più volte sottolineato che uno dei fondamentali compiti degli uomini della Tradizione era proprio quello di attraversare questo mondo, di agire in esso, di penetrarlo senza però appartenergli, senza farsi condizionare, senza farsi corrompere, in costante e attenta vigilanza. Un ethos severo e sprezzante. Come lui stesso fece nel corso della sua intensa vita. Con il suo virile esempio, la sua radicale linea di condotta, attraverso la trasmissione del suo pensiero e delle sue riflessioni, tramite la sua immensa produzione culturale.

Un uomo d’azione che chiamava alla riflessione preparatoria all’azione, alla forma da dare all’Azione. Un pensatore completo e di spessore – anti intellettualistico – che è stato in grado di fornire risposte chiare e precise su ogni piano, da quello dottrinario e politico fino a quello spirituale ed esistenziale, un simbolo allo stesso tempo di resistenza tradizionale e di offensiva rivoluzionaria contro il mondo borghese. Una Rivolta contro il Mondo Moderno assolutamente totale e globale che non lasciava spazio a tentennamenti. Un distruttore quindi, come Nietzsche. Più di Nietzsche. Allo stesso tempo, però, affermatore di una articolata Visione del Mondo e della Vita. rossi maurizio

Questo è stato Julius Evola, un fuoco vivo, intenso e ardente che ha illuminato il cammino di tante generazioni di giovani militanti realmente non conformisti nel lungo e buio inverno di questa degradante modernità.

Un impegno, importante, costante e coerente con i presupposti dottrinari che lo giustificarono e che gli valse la sulfurea nomea di anima nera, di cattivo maestro.
Julius Evola è stato, e rimane tutt’ora, per l’establishment colto dell’antifascismo e del Mondialismo, la bestia immonda da dover sopprimere, un nome da cancellare definitivamente dai registri dell’anagrafe politica e culturale, perché la forza del suo insegnamento fa ancora paura, è di una potenza tale da far tremare le vene e i polsi, è una possente testa d’ariete in grado di frantumare i fragili assetti di questo mondo in fase di decomposizione.

La qualità eccezionale della sua trasmissione rimane sempre straordinariamente intensa, è pensiero terribilis per gli zeloti del cosmopolitismo omologante, per gli apostoli liberali del pensiero debole e della «società aperta», per gli esegeti masochisti di tutto ciò che è informe, deforme e contro natura.
Tutta la critica di Evola si volse contro il «senso» del mondo moderno, contro le sua fatalità, contro le sue drammatiche derive, il suo piano inclinato dei valori; volendogli poi contrapporre i principi e le verità espresse da quell’universo valoriale, mitico e simbolico rappresentato dal mondo della Tradizione e dalla Civiltà dell’Europa, tendendo verso la riaffermazione di un ordinamento qualitativamente gerarchico di tipo organico: la concreta restaurazione dell’Idea tradizionale dello Stato e di un’aristocrazia politico-spirituale severamente selezionata, incarnante una totale e incondizionata aderenza alla Visione del Mondo e disciplinata da uno stile esistenziale eroico, essenziale, spartano, militare. L’unica via di uscita. Un’affascinante prospettiva …

Cosa altro aggiungere poi alle seguenti parole di Evola, che in anni non sospetti – nel primo trentennio del secolo scorso – già delineava con lucida e disarmante chiarezza gli scenari attuali: “Attraverso l’illusione liberalistica giacobina, abbassandosi l’idea della giustificazione dello Stato a quella mercantile e utilitaristica di un contratto sociale, prende forma infatti il Capitalismo moderno e, infine, l’Oligarchia capitalistica, la Plutocrazia, che, in regime parlamentaristico-democratico, finisce col controllare e col dominare la realtà politica — il potere scende cioè a quel che in termini moderni corrisponde al livello della terza casta, all’antica casta dei mercanti. Con l’avvento della borghesia, l’economia viene a dominare su tutta la linea e la supremazia di essa viene apertamente proclamata nei riguardi di ogni sussistente resto dei principi non diciamo spirituali, ma semplicemente etici ancora vivi nel mondo politico occidentale.”
E altro ancora c’è da riscoprire …

(Fonte originale: Casaggì Firenze)



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"In una civiltà tradizionale è quasi inconcepibile che un uomo pretenda di rivendicare la proprietà di una idea e, in ogni caso, in essa chi così facesse, con ciò stesso si priverebbe di ogni credito e di ogni autorità, poiché condannerebbe l’idea a non esser più che una specie di fantasia senza alcuna reale portata. Se una idea è vera, essa appartiene in egual modo a tutti coloro che sono capaci di comprenderla; se è falsa, non c’è da gloriarsi di averla inventata. Una idea vera non può essere «nuova», poiché la verità non è un prodotto dello spirito umano, essa esiste indipendentemente da noi, e noi abbiamo solo da conoscerla. Fuor da tale conoscenza, non può esservi che l’errore" (R. Guénon)

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