“Anche a Firenze è ora di Ripartire da Evola!” – L’intervento di R.E. a Firenze

Pubblichiamo per i nostri lettori il resoconto dell’intervento di RigenerAzione Evola alla conferenza “Ripartire da Evola” tenutasi presso Casaggì (Firenze), il 15 ottobre scorso. Il nsotro Rappresentante ha preso la parola dopo gli interventi di Luca Leonello Rimbotti e Maurizio Rossi, a loro volta preceduti dall’introduzione di Marco Scatarzi.

E’, come sempre, difficile trovarsi a parlare dopo Luca Lenello Rimbotti e Maurizio Rossi, i cui interventi sono stati davvero pieni di spunti.

Questo non è un simposio o una lezione accademica. Cercheremo, pertanto, di essere brevi in questo intervento a nome della Comunità Militante Raido e del progetto “RigenerAzione Evola”, che per la prima volta sbarca al di fuori della Capitale. Fa senz’altro piacere che ad ospitarci oggi sia Casaggì, una realtà che, fuori da Roma, ha dimostrato di essere davvero bella, attiva, giovane e militante!

Se in precedenza Luca e Maurizio hanno analizzato il ruolo e la funzione di Evola rispetto ai due grandi movimenti rivoluzionari del Novecento, il Fascismo e il Nazionalsocialismo, noi concluderemo arrivando all’oggi, cercando di rispondere alla domanda: “Perché un militante, nel 2016, dovrebbe leggere e rifarsi ad Evola?”

locandina-rigenerazione-firenze-web-1Una prima risposta è già nel titolo stesso di questo incontro, Ripartire da Evola. Noi oggi siamo fermi, statici, sotto molti aspetti, mentre il mondo moderno avanza fuori e, soprattutto, dentro di noi. Occorre, sì, ri-partire, ma da solide basi, e per andare oltre e verso l’alto.

Ri-partire, dunque, dalle fondamenta. Le “solide basi” non possono certo essere miti “pop” o idee originali o a buon mercato che piacciano al popolino, ma parole d’ordine originarie – impopolari, se serve – ma necessarie ad edificare una azione veramente rivoluzionaria: spirituale e politica, del singolo e della comunità di appartenenza. Senza queste solide basi non si è rivoluzionari, ma riformisti, più o meno rivoluzionari.

Perché Evola? Perché Evola, le solide basi, ce le dà, eccome. Il Barone, infatti, ci aiuta a costruire una ‘scuola’ di militanti. Come insegna un altro nostro grande maestro, Corneliu Zelea Codreanu: “L’uomo nuovo non è mai nato da un movimento politico, ma è sempre sorto da una rivoluzione spirituale, da un grande cambiamento interiore.” Se questa rinascita non avviene, ci sarà solo vano pensiero (senza azione) e sterile azione (senza azione).

La lotta politica, infatti, deve necessariamente viaggiare di pari passo con la lotta interiore, contro tutto ciò che è sfuggente e borghese: questa è la consegna rivoluzionaria di Julius Evola. Questa non è noiosa accademia, ma militanza. Non si tratta di farsi masturbazioni mentali sui libri, ma di fare proprio uno stile, vivificare una visione del mondo. A tale proposito, diceva Rutilio Sermonti: “Leggendo Evola, io non ho scoperto Evola, ma me stesso, e non esiste dono più prezioso che io abbia mai ricevuto.”


E, ci dice Evola, non importa “cosa” si fa. Egli, infatti, con la stessa tensione, collaborò con i fascismi, quando fu possibile, e, dopo la guerra, quando ormai non c’era più un fronte militare da coprire, cercò di indirizzare giovanissimi camerati nella battaglia delle idee, invisibile e per questo più subdola. 
Evola ci parla del “come”, mostrandoci i punti di riferimento per un’azione integrale e organica, orientata cioè su tre piani: esistenziale; comunitario; spirituale.

Evola-Rutilio SermontiL’uomo non è un atomo, un semplice “individuo”. La sua natura e la sua funzione sono ben più alte: trasfigurarsi in eroe ed elevarsi dalla condizione bestiale impostaci da questo mondo. Questa non è una astratta filosofia: è realtà quotidiana. E’ alzarsi la mattina in orario, studiare con profitto o lavorare onestamente. E’ donarsi senza chiedere nulla in cambio, è avere coraggio ed essere esempio, anche quando nessuno ci guarda e ci fa i complimenti. E’ tutto reale, tremendamente reale.

Siamo dunque convinti che aver scoperto, grazie ad Evola, un mondo diverso, la Tradizione, alternativo a quello di rovine che ci circonda, aver avuto la fortuna e la dignità di essere venuti a conoscenza di esempi e testimoni di questo mondo, implica l’assunzione di una responsabilità, di un obbligo alla lotta.

E non importa se nell’arco della vita non riusciremo a realizzare pienamente lo scopo per cui abbiamo cominciato a lottare. Quello che conta è non fermarsi mai, perché chi non lotta ha già perso.

In alto i cuori!

 



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"In una civiltà tradizionale è quasi inconcepibile che un uomo pretenda di rivendicare la proprietà di una idea e, in ogni caso, in essa chi così facesse, con ciò stesso si priverebbe di ogni credito e di ogni autorità, poiché condannerebbe l’idea a non esser più che una specie di fantasia senza alcuna reale portata. Se una idea è vera, essa appartiene in egual modo a tutti coloro che sono capaci di comprenderla; se è falsa, non c’è da gloriarsi di averla inventata. Una idea vera non può essere «nuova», poiché la verità non è un prodotto dello spirito umano, essa esiste indipendentemente da noi, e noi abbiamo solo da conoscerla. Fuor da tale conoscenza, non può esservi che l’errore" (R. Guénon)

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