Evola su Rai Storia (tra i pregiudizi di) ‘Passato e Presente’

A cura della Redazione di RigenerAzione Evola

Nelle ultime ore, nell’ambiente che fa più o meno riferimento al pensiero di Julius Evola, ha tenuto banco la puntata della trasmissione “Passato e Presente” del 30 marzo 2022 dedicata proprio alla figura del Barone. E ciò a buon motivo: è forse la prima volta che la televisione italiana dedica così tanto spazio a una figura misconosciuta come quella di Evola.

Ospite della trasmissione la prof.ssa Alessandra Tarquini, che ha confermato di possedere un’approfondita conoscenza del fascismo e delle sue espressioni culturali, fino anche a quelle figure meno note al grande pubblico come nel caso di Evola.

Padrone di casa, invece, Paolo Mieli (molto meno preparato) il cui ruolo è sembrato quello di tarpare le ali agli spunti della Tarquini, impedendo che il dibattito si elevasse troppo e, soprattutto, di stigmatizzare Evola con epiteti a volte superficiali e frettolosi (dall’Evola “fascistissimo” ai continui interventi per sottolineare che, per quanto geniale, sempre di un “mostro razzista” si parla).

Non staremo qui a correggere tutti gli strafalcioni o a confutare i pregiudizi, troppi, che hanno viziato la trasmissione. Ci limitiamo ad individuare, a beneficio dei nostri lettori, l’errore di fondo della trasmissione: considerare Evola alla stregua di un qualsiasi filosofo o pensatore. Un errore che, ahinoi, è sempre più in voga proprio fra chi dovrebbe essere depositario e custode dell’opera evoliana. Una confusione tra l’uomo e l’opera – per usare due categorie care proprio al Barone – che ancora oggi impediscono di comprendere a pieno la potenza rivoluzionaria dell’opera evoliana.

Basti il fatto che nel bilancio finale della puntata è stato valutato come elemento di interesse di Evola “l’originalità” del suo pensiero eclettico; non invece la sua originarietà, cioè il suo ricollegarsi, toccando tutti i campi del sapere, ad un filone aureo radicato nell’Eterno.

Non a caso, è stata appena accennato il centrale concetto di Tradizione (derubricato dal povero Mieli a mera “immaginazione”) né è stato mai menzionato il fondamentale incontro con René Guénon, che ha permesso ad Evola di integrare ed elevare il suo approccio filosofico, per arrivare ad essere testimone di un mondo di valori e principi dal valore metafisico.

Da questo equivoco, nasce l’erronea frammentazione di Evola in “fasi” (dall’Evola pittore al filosofo, al pensatore politico, fino all’improprio Evola aderente alla RSI), curiosamente, però, non menzionando il dibattito con Giovanni Gentile – che avrebbe dimostrato la vivacità culturale del Fascismo, e di cui proprio la Tarquini è stata una acuta osservatrice in un suo pregevole volume sul tema – e la sua esperienza di alpinista di un certo livello. Il ruolo chiave di Evola nell’aprire le porte del pubblico italiano a tutta una serie di autori della cultura conservatrice è una delle altre grandi falle della puntata in questione, così come il non aver compreso il ruolo di Evola per i giovani contestatari “di Destra” nel ‘68.

In conclusione, nonostante gli strafalcioni e l’errata chiave di lettura fornita, possiamo comunque dire di aver visto di peggio rispetto a questa trasmissione, il che è già un titolo di merito nel nostro Paese. Inoltre, il fatto che di Evola in Italia si possa cominciare a parlare non può non esser visto come un fatto relativamente positivo benché fatto – come in questo caso – con un Evola “depotenziato” e tutto sommato innocuo, perché richiamato sempre e solo ai lidi della filosofia, dell’irregolarità o del suo essere un sempiterno isolato.

Tuttavia, è bene chiarire che la logica del “purché se ne parli” non ci è mai appartenuta. Non abbiamo queste fisime anche perché, per il suo tramite, si è spesso giustificato il condividere il testimone di Evola con ambienti tutt’altro che in ordine e in linea con gli insegnamenti della Tradizione. 

Il nostro compito è e sarà sempre quello di fare luce sul pensiero di Evola, diradando le nebbie della mistificazione, e renderlo fruibile a tutti coloro che, animati dalla ricerca del Sacro, vorranno trasmutarlo in concreta azione di rettificazione di sé: (meta)politica, esistenziale, dottrinaria.



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'Evola su Rai Storia (tra i pregiudizi di) ‘Passato e Presente’' Hai 3 commento/i

  1. 3 Giugno 2022 @ 14:57 Arnaldo

    Leggendo l’articolo su “lo stato organico” e i riferimenti alla società moderna, mi è venuto in mente un intervento di Franco Battiato nel presentare un suo disco che in modo implicito descriveva la condizione odierna delle persone, calate nel nichilismo incosciente

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  2. 7 Ottobre 2022 @ 10:45 giuseppe Sena

    Ho avuto la fortuna di trovare un maestro e una guida in Evola nel mio percorso spirituale e di riflesso politico.Chiunque voglia intraprendere la via della conoscenza ha necessariamente bisogno di una guida e l’opera di Evola è una opportunità da non perdere

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  3. 23 Novembre 2022 @ 12:36 Enrico

    Pensate che io ho letto tutto Evola proprio perchè una trasmissione Rai ne parlava male…

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"In una civiltà tradizionale è quasi inconcepibile che un uomo pretenda di rivendicare la proprietà di una idea e, in ogni caso, in essa chi così facesse, con ciò stesso si priverebbe di ogni credito e di ogni autorità, poiché condannerebbe l’idea a non esser più che una specie di fantasia senza alcuna reale portata. Se una idea è vera, essa appartiene in egual modo a tutti coloro che sono capaci di comprenderla; se è falsa, non c’è da gloriarsi di averla inventata. Una idea vera non può essere «nuova», poiché la verità non è un prodotto dello spirito umano, essa esiste indipendentemente da noi, e noi abbiamo solo da conoscerla. Fuor da tale conoscenza, non può esservi che l’errore" (R. Guénon)

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