La Redazione di RigenerAzionEvola.it ha intervistato Paolo Rada, Direttore del Dipartimento di Studi storici del Centro Studi Internazionale “Dimore della Sapienza”. Questo Centro Studi ha, fra le altre cose, organizzato per il prossimo 12 novembre a Brescia un convegno dal titolo “Julius Evola un pensatore sempre attuale“ in cui interverranno Enzo Iurato (Heliodromos) e Claudio Mutti (Eurasia). Ne abbiamo approfittato per una intervista a cui poi seguiranno, dopo il convegno di novembre, foto, recensioni e le relazioni dei due relatori. Restate connessi con noi! Contestualmente, invitiamo tutti coloro i quali ne avranno la possibilità ad aderire all’evento bresciano.
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Domanda. Paolo Rada, come nasce il convegno “Julius Evola un pensatore sempre attuale” organizzato dal Centro Studi Dimore della Sapienza da Te rappresentato, e quali obiettivi si pone?
Risposta. Il convegno si pone quale obiettivo, come già dal titolo si può capire, quello di attualizzare il pensiero evoliano, poichè consideriamo imprescindibile questo autore per la comprensione di quello che possiamo definire “mondo moderno”, ed essenziale riferimento tanto nella pars destruens quanto nella pars costruens.
Un libro come “Rivolta contro il mondo moderno” è una guida sicura, un faro di luce per coloro i quali camminano nelle vie di questo declinante Kali Yuga. Non è possibile capire, comprendere la realtà attuale –in tutte le sue forme più degenerative- se non si sono letti e possibilmente capiti autori quali Evola e Guénon. Naturalmente questi autori indicano anche quale sia la via (al di là delle differenti equazioni personali) onde uscire dal pantano della modernità. Siamo altresì consapevoli che riguardo determinati aspetti le idee di questi due maestri non collimavano fra loro, ma secondo noi, le differenze possono essere ascritte al fatto che Evola, per usare una terminologia tratta dalla tradizione induista è un kshastriya, mentre Guénon è un brahmino e di conseguenza essi hanno interpretato la tradizione partendo da due differenti prospettive. Questi due maestri collimano l’uno con l’altro.
D. Puoi spiegarci cos’è il Centro Studi Internazionale “Dimore della Sapienza” e come mai ha deciso di trattare di un personaggio a tratti “scomodo” come Evola?

Paolo Rada
R. Il Centro studi Internazionale “Dimore della Sapienza” si occupa di ricercare e di riproporre, partendo da una prospettiva tradizionale – usiamo il termine Tradizione così come inteso e delineato da Julius Evola e Renè Guénon) – quella visione del mondo che la modernità ha obliato.
Il Centro Studi cerca di intraprendere quest’opera attraverso pubblicazioni, conferenze, seminari. Personalmente ritengo Julius Evola e Renè Guénon quali due maestri che attraverso i loro libri mi hanno guidato in quest’epoca oscura. Evola un personaggio scomodo? Grazie a Dio! Se non lo fosse verrebbe studiato nei licei insieme ai filosofi contemporanei e dunque apparterebbe in un modo o nell’altro alla “cultura ufficiale” del mondo moderno stesso. Fa sorridere che autori considerati antagonisti –Marx su tutti- vengano poi insegnati nelle scuole e nelle Università del mondo occidentale liberalcapitalista.
D. Una parte del vostro convegno di Novembre, in particolare la relazione di Claudio Mutti, sarà dedicata al rapporto Evola-Islam. Quanto potrebbe essere utile riscoprire Evola (e con esso Renè Guénon) per accedere ad una più chiara comprensione dell’Islam oggi, dove vogliono propinarci la tesi dello “scontro di civiltà”?
R. Come voi ben sapete Renè Guénon si convertì all’Islam, sebbene nei suoi libri l’Islam occupi oggettivamente una parte minoritaria rispetto ad esempio allo spazio occupato dall’induismo o da altre forme tradizionali. Ciò secondo chi scrive, non fu casuale – il caso non esiste – in quanto la conoscenza guénoniana riguardo all’Islam era di tipo operativo-iniziatico: non poteva dunque essere divulgato nella sua interezza. Guénon intraprese la via del sufismo, l’esoterismo islamico proprio della corrente islamica sunnita. Possiamo tranquillamente affermare che il sufismo è quanto di più distante vi sia dal fondamentalismo islamico odierno il quale è anch’esso, negando la dottrina (sia essa metafisica o teologica) nella riduzione della religione a meri precetti pratico-morali e adottando una esemplificazione letteralista del testo Sacro, un frutto della degradazione propria del mondo moderno.
In Julius Evola vi sono accenni a determinati aspetti dell’Islam – pensiamo al capitolo Piccola e Grande Guerra santa presente in ”Rivolta contro il mondo moderno” dove la visione islamica occupa quasi la metà del capitolo stesso – e vari rimandi sia sempre in Rivolta che altri libri alla corrente islamica sciita e a quella ismaelita. Secondo Henry Corbin, noto studioso francese deceduto nel 1978, lo sciismo duodecimano o ismaelita è la via iniziatica per eccelenza nell’Islam. Potremmo affermare che l’iniziazione propria del mondo sciita, la quale avviene verticalmente in un rapporto diretto che si può definire di osmosi-integrazione tra il credente e l’Imam Mahdi (figura semidivina e/o teofania divina reggitore del Mondo), dodicesimo discendente di Mohammad in stato di occultazione dal 941 d.C. e del quale i fedeli attendono il ritorno, si avvicina forse più alla visione evoliana dell’iniziazione che non all’iniziazione propria del sufismo, la quale potrebbe essere definita orizzontale e che avviene tramite la silsilah (catena iniziatica) fra successivi maestri umani i quali sono a capo delle varie confraternite, organizzazioni iniziatiche.
Ben venga dunque ri-scoprire il vero Islam attraverso questi due maestri! Per quanto riguarda lo scontro di civiltà se è oggettivamente vero che esso deriva da una visione protestantico-messianica del mondo è altrettanto vero però –non possiamo far finta di nulla- che nel mondo islamico, successivamente alla morte del Profeta Mohammad, vi furono tendenze, correnti le quali in nome della fede hanno condotto guerre, perpetrato massacri, sia contro infedeli, che contro musulmani che non avevano la loro stessa visione dell’Islam. Vorrei ricordare che il Profeta Muhammad non fece mai nessuna guerra offensiva. Che vi siano purtroppo tendenze imperialiste-fondamentaliste all’interno dell’Islam le quali vorrebbero vedere un mondo sottomesso alla loro distorta visione della religione è un fatto reale. Che queste correnti siano sostenute da determinti stati (Arabia Saudita in primis) e strumentalizzate da altri (Stati Uniti su tutti) è altrettanto vero.
D. Enzo Iurato, nel suo intervento, tratterà della consegna evoliana per l’età oscura in cui ci troviamo. Quali sono, secondo te, gli aspetti preponderanti e irrinunciabili, guardando ad Evola ma non solo, per una reale “rivolta contro il mondo moderno”?
R. Evola e più in generale la corrente tradizionale ci fan capire come i guasti del mondo moderno non possono essere ascritti solamente al capitalismo, al liberalismo, al comunismo ecc., ma essi vengono da mondo lontano. Già nell’antica Grecia vi era in nuce il germe democratico-materialistico – si era già in pieno Kali Yuga! -. Su questo Renè Guénon è molto esplicito. Gli autori della Tradizione ci offrono una interpretazione della storia di tipo ciclico-regressivo con all’inizio un’età dell’oro alla quale successero ere sempre più oscure. Come si può essere contro il mondo moderno e glorificare scienza e tecnologia moderna? Non si incorre in questo errore solo nel momento in cui consideriamo il mondo moderno nella sua interezza e capiamo come esso sia un’anomalia mostruosa: è il mondo moderno l’epoca più oscura della storia. Non si può essere contro il mondo moderno e glorificare o essere favorevoli a determinati suoi “ismi”… Solamente se si sono letti e capiti gli autori tradizionalisti non si incorre in questo errore. Testi come “Gli Uomini e le rovine” e “Rivolta contro il mondo moderno” dovrebbero rappresentare una sorta di breviario politico-spirituale per coloro i quali si considerano antagonisti alla modernità sia essa marxista o liberalcapitalista. Altrimenti si rischia solamente di attaccare determinati aspetti del mondo moderno stesso senza però aver presente il suo fondamento. Evola ci insegna a stare in piedi in mezzo alle rovine!
D. Prima di questa intervista conoscevi il progetto RigenerAzione Evola? Cosa pensate di questa iniziativa e, più in generale, del tentativo di restituire Evola alla “militanza” liberandolo dall’asfittica dimensione dell’ “accademia”?
R. Conosciamo il Progetto RigenerAzione Evola. Per rispondere a questa domanda, citerò la celebre frase di Ezra Pound: “L’unica cultura che conosco è quella delle idee che diventano azioni”. Naturalmente l’azione non deve essere solamente a livello politico-attivistico, altrimenti diviene mera agitazione fine a se stessa. I libri di Evola non devono essere relegati in uno scaffale in mezzo ad altri libri. La vera conoscenza è solamente operativa. Attraverso la conoscenza, la comprensione del pensiero di Evola è possibile muoversi all’interno dei meandri sempre più oscuri di queste epoca. Evola ci insegna dunque a non rimanere immobili, anzi. Il maestro combattè dall’inizio alla fine della sua vita: fu quanto più distante dal modello dell’accademico di professione.
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