Forme e presupposti dello Stato organico (terza parte)

Terza ed ultima parte del saggio pubblicato da Marco Tarchi sulla rivista Civiltà all’inizio del 1974, intitolato “Prospettive per la strategia – Lo Stato Organico”, ad integrazione degli articoli di Evola sulla concezione dello Stato di fine anni Cinquanta. Da notare il riferimento dell’autore alla politica estera. Negli anni Settanta eravamo ancora in epoca di prima Guerra Fredda, L’Europa era in mezzo ai due colossi che dovevano contendersi, almeno in teoria, le sorti del pianeta: Stati Uniti e Unione Sovietica. Tarchi rivendicava per il Vecchio Continente la necessità di “recuperare il suo ruolo di guida effettiva del mondo“, ricordando che “siamo un unico popolo, un popolo di mezzo miliardo di anime che ha creato la Civiltà in Occidente: dobbiamo essere oggi un unico Stato conscio dei compiti che la Tradizione ci ha affidato“, ed invocando l’affermazione di una reale unità organica europea, sul piano militare (svincolandosi dalla NATO), monetario (“con la costituzione di una moneta europea, in grado di reggere i mercati“), culturale e politico. Parole ancor più significative, vista l’attuale situazione geopolitica ed il ruolo da fantoccio ricoperto dall’Unione Europea, giocattolo in mano ai potentati atlantisti e non solo.

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di Marco Tarchi

Tratto da Civiltà – Anno II – n.4 – gennaio – febbraio 1974

segue dalla seconda parte

LA PRODUZIONE E IL LAVORO

Ricostruito, nei suoi valori essenziali, l’uomo, l’intero mondo economico verrà ad assumere una fisionomia ben diversa dall’attuale.
Al soggetto e non già alla forza-lavoro che gli esprime, dovrà spettare la priorità nel processo produttivo, restituito al suo naturale ruolo di mezzo e non di fine dell’esistenza. Al capitale non verrà consentito alcun potere decisionale che possa ledere l’interessi del produttore, le cui esigenze dovranno essere alla base di una efficace convivenza tra tutte le forze produttive.
Lungi dal creare una «mitologia del lavoro», lo Stato Organico intende comunque metterne in rilievo gli aspetti umani e rivalorizzarne il concetto di creazione personale, rigettando la massificazione abbruttente di quella che si va sempre più configurando come «società delle macchine» da incubo.

Per riportare l’uomo a soggetto del mondo del lavoro, lo Stato Organico si regge su di un ordinamento Corporativo, che consente a tutte le categorie produttive di essere rappresentate dalla base al vertice della nazione, gerarchicamente.
Abolito lo strumento sindacale parassitario, l’ordinamento Corporativo sostituisce ad esso la competenza diretta, che si esplica nella rappresentanza della Camera Corporativa. Per definire le situazioni controverse del ciclo produttivo, è prevista l’istituzione di una competente magistratura del Lavoro.

Lo spirito di solidarietà – di contro alla lotta di classe marxista – deve essere alla base del nostro ordinamento, e deve esplicarsi nei singoli casi in base ad una regola di Onore che lega tutti i produttori alle esigenze dello Stato. Per eliminare la sterile contrapposizione padroni-dipendenti voluta dalle potenze del mondo moderno, il nostro Stato accoglie nel suo senso l’istanza di Partecipazione. Esso propone infatti l’avvicinamento del lavoratore dipendente ai problemi di gestione dell’azienda, per consentirgli un graduale inserimento ed una responsabilizzazione personale. Inoltre, nell’ambito della ristrutturazione della vita aziendale, auspica una partecipazione dei lavoratori dipendenti agli utili della produzione.

Lo Stato Organico, infine, non dimentica i gravi problemi dei lavoratori della terra, cui intende restituire un ruolo di primo piano nella nazione, bloccando lo spopolamento delle campagne attraverso un rigido controllo delle forme di sfruttamento commerciale che oggi si rivelano pregiudizievoli per l’esistenza stessa dell’agricoltura. All’uomo dei campi, esempio di perpetuità della stirpe e simbolo dell’attaccamento essenziale ai valori del Sangue e della Terra, lo Stato Organico vuole restituire definitivamente la sua dignità.

LA POLITICA INTERNA

Abolita partitocrazia con le sue putrescenti strutture, lo Stato Organico favorisce in ogni modo la partecipazione diretta della popolazione nazionale al governo della Nazione, sotto la stabile guida di una élite selezionata dalle proprie capacità naturali.
Accanto ai cittadini, primi responsabili dell’Ordine interno e della corretta interpretazione del senso di Fedeltà alle istituzioni sono gli uomini delle Forze Armate, la cui rinnovata dignità e il cui ritrovamento impegno devono costituire garanzie di conservazione dei valori sui quali lo Stato si regge.
In campo amministrativo, come abbiamo accennato, è favorita la più ampia decentralizzazione, ferme restando il principio di autorità centrale. Gli Enti di Stato e di parastato, ove sussistano, sono sottomessi al controllo diretto dei cittadini attraverso la rappresentanza corporativa, ad evitare la corruzione e la degradazione morale di cui lo Stato democratico-parlamentare è interprete tanto fedele.

LA POLITICA ESTERA

Noi siamo uno Stato Europeo. Sottrarci ai nostri doveri di costituzione di una effettiva unità continentale sarebbe follia ed al tempo stesso viltà. Tutti i nostri sforzi di politica estera devono pertanto essere tesi al riconoscimento di una realtà di fatto: nel mondo di Yalta e di Teheran, nell’universo spartito tra le super-potenze russa, americana e cinese, l’Europa, con la sua civiltà creatrice, non può e non deve riconoscersi. Cosi pure, essa deve rigettare ogni squallido «terzaforzismo» ed ogni accordo di sotto-potere con le superpotenze, basato su fittizie unità economiche e su comunità instabili. Delle superpotenze, l’Europa deve sfruttare unicamente i disaccordi, le indecisioni, le fratture, per poter recuperare il suo ruolo di guida effettiva del mondo. Siamo un unico popolo, un popolo di mezzo miliardo di anime che ha creato la Civiltà in Occidente: dobbiamo essere oggi un unico Stato conscio dei compiti che la Tradizione ci ha affidato.

La vera unità europea oggi: un’unica, compatta colonia della NATO

Ogni nostro atto, pertanto, deve essere sincronico con quelli di tutte le forze che mirano alla restaurazione dell’autorità del nostro continente. Noi siamo i sostenitori di una unità organica, ed intendiamo far sì che, a gradi, essa venga raggiunta, su tutti i piani: da quello militare (con la creazione di un esercito europeo riarmato nuclearmente in grado di sostituire la NATO nel momento del suo «disimpegno») a quello monetario (con la costituzione di una moneta europea, in grado di reggere i mercati); da quello culturale (basato sul riconoscimento di una unica, comune civiltà) a quello politico (con l’assumere atteggiamenti in accordo sui principali problemi del momento).

La nostra Europa, antisovietica ed antiamericana al tempo stesso perché antimarxista ed anticapitalista, dovrà in un secondo momento riprendere una secolare politica di legami organici con il continente africano, naturale sbocco per l’intero blocco mediterraneo, favorendo quei regimi che, bianchi o di colore, si battono per una formazione ed emancipazione graduale dei popoli sottosviluppati e non, assurdamente, per un loro utopistico predominio sui portatori della Civiltà d’Occidente.

Rifiutiamo, inoltre, una contrapposizione sterile fra Occidente ed Oriente: il mondo ha una sola via d’uscita dal vicolo cieco del mondo moderno. Questa via ha nome collaborazione tra tutti i popoli che credono ancora in una superiore missione richiesta loro da una Tradizione spirituale, si chiamino essi Italia, Giappone, Germania o Tibet.

VALORI SPIRITUALI

Al culmine dello Stato Organico, come ovvio, si trovano i valori dello Spirito. Non, beninteso, quelli dell’astrattismo borghese. Quelli della Tradizione Spirituale vissuta, quelli dell’esistenza degna di essere vissuta, i contenuti divini dell’uomo.

Ai valori spirituali, il nostro Stato è visceralmente attaccato. Pur non riconoscendo alcuna possibilità di ingerenza a forze temporali che si vogliono eredi di Tradizioni spirituali, esso tende alla difesa ed alla collaborazione con quelle forze che, sotto una qualunque visuale, cercano di salvare l’uomo dallo scadimento animale.

Pertanto, il nostro Stato riconosce alle confessioni religiose spirituali adeguata rappresentanza, e, al di fuori di un settarismo di maniera, tutela la libertà di culto, favorendo a livello l’attuazione spirituale dei singoli. Lo Stato Organico infatti intende perpetuare al proprio interno i valori superiori che la Storia umana ha forgiato, conscio che solo un nuovo tipo umano consentirà alla Civiltà Europea di tornare a rivestire il ruolo che le spetta nel mondo.



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"In una civiltà tradizionale è quasi inconcepibile che un uomo pretenda di rivendicare la proprietà di una idea e, in ogni caso, in essa chi così facesse, con ciò stesso si priverebbe di ogni credito e di ogni autorità, poiché condannerebbe l’idea a non esser più che una specie di fantasia senza alcuna reale portata. Se una idea è vera, essa appartiene in egual modo a tutti coloro che sono capaci di comprenderla; se è falsa, non c’è da gloriarsi di averla inventata. Una idea vera non può essere «nuova», poiché la verità non è un prodotto dello spirito umano, essa esiste indipendentemente da noi, e noi abbiamo solo da conoscerla. Fuor da tale conoscenza, non può esservi che l’errore" (R. Guénon)

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