Come promesso, torniamo sul tema “ufologico”, che abbiamo aperto pubblicando due articoli in materia, ben poco noti, di Julius Evola, pubblicati sul settimanale milanese “Meridiano d’Italia” il 21 novembre e poi il 19 dicembre 1954. Avevamo incrociato questi scritti con l’articolo “Alla ricerca dell’inconscio”, uscito sul Roma nel 1971, in cui Evola dedicava alcune riflessioni alla parapsicologia o metapsichica; a proposito, in particolare, delle considerazioni del barone sui fenomeni cd. parafisici, cioè su quei fenomeni prodotti nel mondo fisico senza che possano essere spiegati con le leggi della fisica profana, avevamo scritto che questa tipologia di “eventi” è strettamente collegata ad un altro particolare tema di attualità: gli extraterrestri, con tutto ciò che è legato ad UFO, avvistamenti, incontri ravvicinati, rapimenti (le cd. abductions), e così via. Anticipammo come, da un punto di vista tradizionale, il fenomeno ufologico sembrerebbe inquadrabile in un contesto tutt’altro che materialistico-grossolano, rivelando un’insospettabile natura. Diamo qualche breve ragguaglio sull’argomento, che ovviamente in questa sede può essere solo accennato per sommi capi.
A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, taluni studiosi del fenomeno ufologico come il giornalista e scrittore statunitense John Alva Keel, o l’ufologo francese poi naturalizzato americano Fabrice Vallée, elaborarono un’interpretazione alternativa del fenomeno degli UFO e delle apparizioni aliene, dopo averlo studiato e approfondito. John Keel osservò, in particolare, che gli avvistamenti storicamente si erano manifestati in due “ondate”: una tra fine ‘800 ed inizi ‘900, e la seconda a partire dalla seconda guerra mondiale in poi. La prima ondata era stata caratterizzata dai cd. airships, “navi volanti”, avvistate un po’ ovunque nel mondo, che si presentavano con forme tecnologicamente inverosimili, somigliando più a vascelli alla Jules Verne che ad “astronavi” nel senso moderno del termine. Durante la seconda guerra mondiale dominò il fenomeno dei Foo Fighters, misteriose sfere luminose che seguivano gli aerei durante le azioni belliche. Dal secondo dopoguerra, ecco poi apparire i dischi volanti veri e propri. Dunque, un medesimo fenomeno si manifestava con forme differenti in periodi temporalmente differenti, sempre rimanendo ovviamente entro un’epoca relativamente recente e limitata come quella coperta dagli ultimi due secoli del Novecento.
John Keel in particolare, seguito poi da Fabrice Vallée ed altri, concretizzò la tesi cd. parafisica con riferimento agli UFO: si tratterebbe di un fenomeno che si “maschera” con forme apparentemente materiali, ma che, in realtà, andrebbe ascritto al mondo sottile. Per secoli ed in tutte le culture ci sono stati contatti tra gli uomini ed entità del mondo sottile o intermedio: basti pensare al folclore Fairies o al fenomeno dei Jinn nel mondo islamico, ma gli esempi sarebbero innumerevoli. Le apparizioni di oggetti volanti o creature aliene rientrerebbero quindi in questo contesto, ammantato da una copertura ipertecnologica caratteristica dell’epoca moderna; la matrice sottile del fenomeno comporterebbe non soltanto interferenze col mondo grossolano ed effetti tangibili su di esso (effetto parafisico), ma tutta una serie di altri effetti e conseguenze a catena, su un piano metafisico ed escatologico. In particolare, le creature aliene ed i loro comportamenti rientrerebbero per lo più nella sfera demonologica: i demoni che ritroviamo in tutte le tradizioni, oggi avrebbero quale canale e forma di manifestazione (non certo esclusiva ma particolarmente efficace), adatta per i tempi e la struttura mentale dell’uomo contemporaneo, anche quella “ufologica”. Tutto questo andrebbe posto in connessione diretta con i tempi ultimi e le loro caratteristiche: il professor Gianluca Marletta, studioso di antropologia e di storia delle religioni, i cui scritti, libri ed approfondimenti hanno spesso trovato spazio su RigenerAzione Evola, ha sviluppato questa tematica in tempi non sospetti, già col volume “Extraterrestri: le radici occulte di un mito moderno“, scritto insieme ad Enzo Pennetta, uscito in prima edizione per Rubettino Editore nel 2011, ed ulteriormente approfondita nell’opera “UFO e Alieni – origine, storia e prodigi di una pseudo-religione“, uscito nel 2017 per le Edizioni Irfan. In sostanza, la natura prettamente satanica del fenomeno, ormai divenuto un vero e proprio “mito extraterrestre”, sarebbe funzionale alla lenta, progressiva, subdola creazione di una sorta di nuova religione dei tempi ultimi, o meglio di una parodia finale della religione, prodotto ultimo della catena neo-spiritualistica, “fortemente connotata in chiave messianica dall’attesa della figura dell’alieno come possibile (o prossimo?) salvatore di un’umanità ormai tragicamente in crisi. L’extraterrestre al posto di Cristo; un cristo laico, materialista, scientificamente accettabile, immanente e tuttavia – proprio come il Figlio di Dio – disceso dal cielo, da un’entità intellettualmente evoluta e forse moralmente superiore, per portare un messaggio di progresso e pace“. Una sorta di Anticristo Alieno, un rovesciamento del ritorno del Messia, dagli insospettabili connotati.
Qui a seguire proponiamo un estratto dal libro “UFO e Alieni” (ripreso anche sul blog del professor Marletta), in particolare incentrato sul fenomeno dei rapimenti “alieni”, la cui natura sovrarazionale e demonica sembra confermata da un fatto inequivocabile: preghiere, invocazioni sacre e simili, sarebbero in grado di far dileguare le misteriose creature…
per i necessari approfondimenti su questi temi, rinviamo senz’altro alle opere sopra citate.
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di Gianluca Marletta
tratto da “Ufo e alieni” (Edizioni Irfan) e da www.gianlucamarletta.it
Esorcismi anti-alieni. O della vera natura dei “fenomeni ufologici”
Nell’immaginario ufologico vengono chiamate abductions, “rapimenti alieni”, ma nelle tradizioni spirituali questi fenomeni sono conosciuti da sempre e identificati con chiarezza. Nell’articolo che segue, tratto dal nostro saggio “UFO E ALIENI” (Ed. Irfan), si raccolgono una serie di inequivocabili testimonianze che dimostrano con evidenza la reale natura di quei fenomeni che molti moderni si ostinano a chiamare “ufologici”.
P.s. In appendice all’articolo -visto che ci è stato chiesto – alleghiamo una disamina sulle “ipotesi” del Prof. Corrado Malanga: è piuttosto evidente, a quale enorme equivoco il chimico pisano sia andato incontro.
UNA PREGHIERA CONTRO GLI UFO: IL CURIOSO CASO DEGLI “ESORCISMI ANTI-ALIENI”
Uno dei casi più clamorosi ed insoliti di “tentata abduction” è quella che ha avuto come protagonista, nel lontano 1948, uno stimato frate e missionario francescano originario di Oristano: Padre Giuseppe Madau, recentemente deceduto dopo una vita di dedizione ai più poveri in Africa. La sconvolgente esperienza che l’ha visto suo malgrado protagonista, per lungo tempo passata in sordina, è stata raccolta in un’intervista del 1999 dall’ufologo bolognese Gianfranco Degli Esposti[1] ma risalirebbe all’epoca in cui, ancora giovane, Giuseppe Madau era in attesa di prendere i voti presso il Convento di San Francesco ad Oristano.
La sera del 13 settembre, mentre la città di Oristano era addobbata a festa per la vigilia della Festa della Santa Croce, il giovane Madau era intento a recitare il Rosario nel cortile del convento: il silenzio della campagna era pressoché assoluto e accanto al novizio si trovava solo il cane del guardiano, quando, iniziata da poco la recita della Corona, il futuro frate ha l’impressione di scorgere una curiosa luce nel cielo notturno. Da quel momento, accadono una serie di eventi che lasciano il novizio senza parole: tutte le luci elettriche attorno al convento e nella vicina città si spengono, da lontano si odono le voci di persone che si lamentano “E’ andata via la luce!”, e sopra un vicino albero di eucalipto comincia a stazionare un oggetto volante a forma di campana schiacciata da cui discendono due esseri di aspetto umano, alti quasi due metri, molto belli e dal portamento apparentemente gentile ed elegante.
Tali esseri chiedono al novizio di venire con loro, ma Madau, spontaneamente e quasi ingenuamente, risponde loro che se si fosse allontanato dal Convento senza un permesso dei superiori non sarebbe potuto diventare Frate. Al diniego di Madau ha inizio la fase più drammatica della vicenda: un suono ossessivo, che la vittima riferirà di aver avvertito alla sommità del capo, si converte improvvisamente nella sensazione terribile di avere come delle dita che frugavano nel cervello. Il novizio, spaventato, avverte la sensazione di sollevarsi dal suolo, intuisce che “loro” vogliono portarlo via; e solo a quel punto, con tutta la forza rimasta, invoca la Vergine Maria: “Madre mia aiutami! Non voglio!”. E’ allora che il novizio ha l’impressione di udire una voce femminile che pacatamente dice: “Lasciatelo stare!”. In risposta a queste parole, Madau avverte dei rumori incomprensibili e inquietanti, finché la voce femminile ordina di nuovo e con tono imperioso: “Basta! Lasciatelo!”. Il rovistio cerebrale cessa di colpo, mentre il novizio si accorge di toccare il terreno sotto di lui, mentre da lontano si odono varie voci che gridano: “E’ tornata la luce!”.
Rientrato in convento, Madau avrebbe successivamente provato a parlare coi superiori dell’accaduto, ma l’ostilità riscontrata e la paura di essere scambiato per uno squilibrato, l’avrebbero infine indotto alla prudenza; finché, solo nel 1990, l’ormai Frate Madau accennerà alla sua esperienza in una lettera inviata al CUN (Centro Ufologico Nazionale).
Gianfranco Degli Esposti, l’ufologo che ha raccolto la testimonianza, si limita a prendere atto di questo curioso potere che la preghiera sembra avere in alcuni episodi di cosiddetti “rapimenti alieni”, ma non azzarda –dalla sua prospettiva di ufologo ortodosso e “laico”- alcuna spiegazione: la presenza di una voce chiara e distinta di una non meglio identificata donna, successivamente all’invocazione della Madonna, ci ricorda che l’interposizione di una figura sacra non è nuova in esperienze di questo tipo [2].
Curiosamente, nemmeno il frate protagonista dell’episodio accennerà mai ad una qualche “lettura teologica” o metafisica dell’evento, in sintonia, dobbiamo dire, con la visione generalmente secolarizzata diffusa all’interno del Clero Cattolico degli ultimi decenni (e per la quale, malgrado possa apparire strano, è più facile pensare ad un intervento di extraterrestri piuttosto che ad eventi originati dal mondo invisibile).
Altri, tuttavia, hanno tentato una lettura del fenomeno UFO alla luce della teologia e della metafisica: parliamo, ad esempio, del monaco serbo-ortodosso Justin Popovic, che ha voluto esaminare il fenomeno UFO alla luce della millenaria esperienza cristiana attinente alle manifestazioni soprannaturali.
Secondo Padre Popovic, “partendo dalla consapevolezza evangelica che ogni albero buono produce frutti buoni; ma l’albero cattivo produce frutti cattivi”, testimonianze come quelle degli UFO e delle abductions, con le loro caratteristiche al tempo stesso terrificanti e ingannevoli, portano già in sé il marchio evidente della loro natura. Secondo Padre Popovic, tale natura sarebbe senza alcun dubbio demoniaca, e solo la mentalità secolarizzata e l’assenza di discernimento spirituale dell’uomo moderno impedirebbe agli occhi di molti di prenderne coscienza. E’ questa l’Ipotesi Demonologica, sulla quale ritorneremo nel capitolo dedicato al rapporto tra Ufologia e Religioni.
In una sua ricerca[3], Padre Popovic riporta alla luce molti casi in cui la potenza della preghiera sembra aver avuto la meglio sulle “forze” che sembrano presiedere al fenomeno UFO. Il monaco ortodosso, ad esempio, cita il caso di Cathy Land, una donna americana convinta per molto tempo di essere vessata da presenze che lei, a partire dalla sua cultura e dalle sue letture, identificava come “esseri alieni”. Angosciata giorno e notte, derisa ed emarginata dalla sua stessa famiglia, la Land afferma di essere riuscita a liberarsi da questa tremenda situazione solo dopo aver riscoperto la sua fede cristiana e aver finalmente compreso che i fenomeni e le presenze che la tormentavano non erano affatto di origine extraterrestre, ma … di natura infernale.
Un altro episodio citato dal monaco è quello di Virginia Miller-Witmer, una storia apparentemente simile a tante altre di presunti “rapimenti alieni”, se non fosse per il finale molto particolare. Durante una notte d’inverno, la Signora Miller racconta di essersi svegliata nel cuore della notte scoprendo con angoscia di non riuscire più a muovere un solo muscolo. Dopo qualche istante, un essere avvolto da una luce lugubre appare nella stanza: seppur di piccole dimensioni, questa entità sembrava pervasa da un immenso potere. Dopo l’apparizione di un altro essere simile alla base del letto, i due “alieni” cominciano a impartire ordini alla donna chiedendole di uscire fuori dalla sua stanza. Colta da un terrore senza pari, la Miller prova inutilmente a chiudere gli occhi, cercando di scacciare quelle immagini e quelle voci, finché, quand’è ormai sul punto di cedere alla volontà degli esseri, comincia a recitare un Salmo biblico imparato tanti anni prima. Sentitasi subito più forte, la Miller invoca infine il nome di Gesù e quasi improvvisamente gli esseri scompaiono.
Secondo Padre Popovic, queste ed altre testimonianze dimostrerebbero la vera natura che si celerebbe dietro al moderno fenomeno degli UFO: una natura letteralmente satanica e ingannatrice. Quelle che chiamiamo abductions, in sostanza, altro non sarebbero che gli stessi fenomeni che la Tradizione definisce vessazioni e possessioni diaboliche; e l’Ufologia, al di là della maschera ipertecnologica e moderna, non sarebbe altro che una branca della demonologia.
VAMPIRI SENZ’ANIMA: LA DOTTRINA UFOLOGICA DI CORRADO MALANGA
Tuttavia, c’è chi a partire dal fenomeno delle abductions è riuscito a creare una sorta di “culto” supportato da qualcosa di piuttosto somigliante ad una dottrina pseudo-metafisica. Stiamo parlando del Prof. Corrado Malanga, un chimico dell’università di Pisa che, a partire dagli anni ’90, comincia ad interessarsi di UFO e particolarmente del fenomeno dei “rapimenti”. La tesi centrale di Malanga[4] è che le persone rapite dagli alieni siano in realtà moltissime, ma che la maggioranza di esse non sarebbe capace di ricordare l’evento, pur portandone talora tracce fisiche, come cicatrici che rimanderebbero ad operazioni e innesto di impianti.
Secondo Malanga, tuttavia, sarebbe possibile recuperare questa “memoria perduta” attraverso l’ipnosi regressiva e la programmazione neuro-linguistica (PNL). A partire da questa convinzione, Malanga ha sottoposto negli anni centinaia di persone a tali trattamenti, scoprendo invariabilmente come essi fossero stati “rapiti” e condizionati da presunti “alieni”.
Sull’operato del chimico pisano, come è comprensibile, sono piovute critiche da ogni parte: lo si è accusato innanzitutto dell’utilizzo fin troppo spregiudicato di uno strumento discutibile come l’ipnosi regressiva, ma anche di “pilotare” (inconsciamente o meno) le risposte dei pazienti e di essersi ritagliato, di fatto, il ruolo di “esorcista laico” capace di liberare persone dalle forze oscure.
A partire dai risultati delle ipnosi, d’altronde, Malanga ha creato una vera e propria dottrina secondo la quale gli “alieni” sarebbero esseri avanzati tecnologicamente ma privi di coscienza e, soprattutto, di quella realtà interiore che noi chiamiamo anima e che ci permetterebbe di essere immortali. Per questo motivo, gli alieni vampirizzerebbero letteralmente l’anima dei terrestri per potersi assicurare una sopravvivenza. Tali alieni, peraltro, sarebbero in combutta con le grandi istituzioni terrestri (governi, religioni, militari) per tenere soggiogata l’umanità sotto il loro potere. L’unico modo di resistere a queste interferenze aliene sarebbe, secondo Malanga, quello di prenderne coscienza (attraverso l’ipnosi) e opporre la forza di volontà.
Di fatto, appare chiaro come Malanga non faccia altro che sostituire all’immagine tradizionale dei demoni quella moderna dell’alieno. Secondo Malanga, infatti, gli “alieni” sarebbero tutti malvagi e oscuri, anche quando si mascherano dietro un volto benevolo. Semplicemente, egli sostiene malgrado tutto l’Ipotesi Extraterrestre perché l’accettazione del concetto di demonico, significherebbe, al contempo, il dover sposare una visione metafisica e cosmologica di tipo tradizionale che il chimico pisano rifiuta in partenza.
Nella visione malanghiana, di fatto, gli alieni si comportano da demoni, interagiscono come demoni, provocano le medesime reazioni psico-fisiche che la tradizione attribuisce agli influssi demoniaci (possessioni, vessazioni, ecc.), ma vengono chiamati “alieni” perché tale identificazione emergerebbe dalle parole degli “ipnotizzati”. Inutile dire, quale equivoco realmente pericoloso sottenda a tale visione.
Note dell’autore
[1] Cfr. G.Degli Esposti, Incontri ravvicinati del quarto tipo, pp. 102-108
[2] Ibidem, p. 108
[3] J. Popovic, UFO, dal mito al satanico inganno (disponibile in versione italiana, a cura di Luca Michellin online su: http://xoomer.virgilio.it/ortodossia/ufo.htm).
[4] La dottrina malanghiana è descritta in una delle sue prime pubblicazioni: C.Malanga, Gli UFO nella mente, Ed. Spazio Interiore, Roma 2016.
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