“Julius Evola, René Guénon. Incontro o scontro?” – recensione (12.05.2018)

Dopo la felice esperienza dell’evento dedicato ad Evola nel 2016, lo scorso 12 Maggio 2018, RigenerAzione Evola ha sostenuto e aderito al convegno dal titolo “Julius Evola, René Guénon. Incontro o scontro?”, organizzato dal Centro Studi Internazionale Dimore della Sapienza.

Il convegno è stata un occasione per rimarcare ancora una volta l’impegno di Rigenerazione Evola di divulgare, in modo del tutto impersonale e lontano da sterili intellettualismi da accademia, l’opera di Julius Evola, facendo chiarezza sul pensiero evoliano. L’opera del Barone insieme agli insegnamenti di René Guénon rappresenta sicuramente dei riferimenti imprescindibili per chi ancora oggi è impegnato nella continua sfida tesa verso la conoscenza di se stesso e del piano metafisico, una lotta che ancor prima di essere materiale è esclusivamente spirituale.

L’iniziativa ha voluto riaffermare il contributo complementare e sinergico di due dei maggiori interpreti e testimoni della Dottrina Tradizionale come Julius Evola e René Guénon e ha avuto il privilegio di ospitare gli interventi di relatori di prim’ordine come Claudio Mutti (Eurasia), Enzo Iurato (Heliodromos), Paolo Rada (rappresentante del Centro Studi “Dimore della Sapienza”) ed Enrico Galoppini (scrittore).

Ad aprire la conferenza con il primo intervento è stato il Prof. Claudio Mutti, fondatore delle Edizioni all’Insegna del Veltro, che dinanzi a un folto pubblico ha illustrato, partendo dal simbolismo dell’Islam e la sua riconnessione diretta con la Tradizione Primordiale, la convergenza e complementarietà di immagini tra il pensiero di Evola e l’opera di Guénon, in particolare in quella che nell’Islam originario fu l’unica forma di ascesi ovvero l’azione guerriera culminante nel rito del jihàd, ossia nel concetto di guerra santa. Evola in particolare, ha ricordato Mutti, ha tracciato un quadro della tradizione islamica che costituisce una rappresentazione ispirata al riconoscimento dell’Islam come manifestazione dello spirito tradizionale dal quale non può prescindere la Rivolta contro il Mondo Moderno.

A seguire è intervenuto Enrico Galoppini, arabista e studioso dell’Islam, che da subito ha voluto metter in risalto l’approccio antitetico adottato da Evola e Guénon rispetto alla storiografia moderna, privilegiando l’Universale al particolare e l’Unità alla molteplicità. Il messaggio di Evola e Guénon lascia intendere chiaramente ai baroni della cultura ufficiale accademica che quest’ultimi hanno perso tempo verso cose futili e dannose. Il pensiero dei due Testimoni del pensiero tradizionale è stato principalmente caratterizzato da alcuni punti cardinali, ossia (1) il dualismo di civiltà, ovvero da un lato la civiltà antica e dall’altro l’inciviltà moderna, (2) la superstizione della scienza, della cultura moderna e dell’uguaglianza, (3) la crisi del mondo moderno e la relativa aspra critica, (4) la Realizzazione, come esperienza dello Spirito, e (5) l’Affermazione della Verità, il grande incomodo del mondo moderno relativista e indifferente, ostile alla nozione stessa di verità.

Successivamente è intervenuto il terzo relatore, Paolo Rada, del Centro Studi Internazionale “Dimore della Sapienza” che ha rimarcato fin da subito come Evola e Guénon siano due autori complementari, capaci di descrivere la Tradizione in modi diversi ma essenzialmente concordi. Evola ha seguito l’ottica guerriera, Guénon ha rivelato il profilo contemplativo. In loro si è contraddistinta anche una diversità di interpretazione in quattro punti fondamentali: il collegamento iniziatico, la funzione e il ruolo del Rito, il Cristianesimo e la dottrina delle Caste. Lo stesso Rada ha saggiamente voluto rimarcare più volte, nella sua analitica disamina, che questi aspetti con vedute diverse tra Evola e Guénon non devono far pensare a una contrapposizione antropologica e metafisica dei due autori, che per il resto seguono un pensiero comune, tant’è che Evola definì Guénon “un maestro senza pari della nostra epoca”.

A concludere c’è stato l’intervento di Enzo Iurato, fondatore e animatore del gruppo siciliano ‘Heliodromos’, il cui contributo si è soffermato sul rapporto tra Evola e Guénon, fatto di rispetto e cordialità e mediato saggiamente nel corso degli anni anche da Guido De Giorgio. Un rapporto fatto di sincera cortesia, il che fa immaginare che i due pensatori non erano nemici, avversari ma persone che appartenevano a uno stesso schieramento e marciavano sulla stessa strada. Evola ha saputo tradurre in direttive pratiche e operative ciò che Guénon ha illustrato nella forma dottrinaria pura e incontrovertibile, dimodoché i due Testimoni sono di fatto complementari nella loro opera e necessari per una consapevole guerra al mondo moderno.

Dopo qualche riflessione da parte del pubblico interessato al messaggio convergente di queste due autori, il convegno si è concluso con moltissimi spunti interessanti per la riflessione e la cultura di sé.

Noi teniamo a ribadire e divulgare con chiarezza l’attualità del pensiero evoliano che, in complementarietà al messaggio di Guénon, risulta essere uno strumento indispensabile per chi intende rimanere ‘sopra le rovine’, dove ‘il tenersi in piedi’ non è un esercizio meramente intellettuale, non è il frutto di uno studio approfondito e accurato delle opere dell’autore ma è il risultato di una esistenza condotta con uno stile e un carattere orientati al Sacro. Un’azione immersa nel pratico, nella vita e nel mondo, che diviene strumento di conoscenza, verifica e applicazione dei principi della Tradizione Universale.


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"In una civiltà tradizionale è quasi inconcepibile che un uomo pretenda di rivendicare la proprietà di una idea e, in ogni caso, in essa chi così facesse, con ciò stesso si priverebbe di ogni credito e di ogni autorità, poiché condannerebbe l’idea a non esser più che una specie di fantasia senza alcuna reale portata. Se una idea è vera, essa appartiene in egual modo a tutti coloro che sono capaci di comprenderla; se è falsa, non c’è da gloriarsi di averla inventata. Una idea vera non può essere «nuova», poiché la verità non è un prodotto dello spirito umano, essa esiste indipendentemente da noi, e noi abbiamo solo da conoscerla. Fuor da tale conoscenza, non può esservi che l’errore" (R. Guénon)

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