La Francia come misterioso crocevia della storia d’Europa?

Questo redazionale costituisce una rielaborazione aggiornata ed ampliata di un articolo pubblicato sul blog www.azionetradizionale.com nel febbraio 2013.

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1. Julius Evola e Giovanna d’Arco, “luogotenente di Dio”. L’inarrrestabile decadenza della Francia

Su Il Borghese del 1 marzo 1953 apparve un articolo a firma di Julius Evola intitolato “il luogotenente di Dio, in cui veniva recensito un saggio estremamente interessante dello studioso Albert Mirgeler: “Jeanne d’Arc. Die Jungfrau und die Zukunft Europas”, cioè “Giovanna d’Arco. La Vergine ed il futuro dell’Europa”. RigenerAzione Evola ha riproposto questo articolo nel settembre 2016. Nel rinviare alla lettura duretta dello scritto di Evola, qui svolgiamo un approfondimento alla luce di quanto sta accadendo in Francia.

Nell’articolo in oggetto, Evola, in particolare, metteva in evidenza come il saggio di Mirgeler non seguisse un punto di vista meramente storico-bibliografico ma, essenzialmente, filosofico-teologico della storia europea. Di Giovanna d’Arco non venivano analizzati gli aspetti umani, psicologici e nazionali, “ma soprattutto i tratti grazie ai quali la sua figura acquista il valore di un simbolo per cui il suo apparire e il suo destino segnano un punto di svolta nella storia dell’Europa cristiana”.

Nello specifico, la missione della Pucelle Jeanne era di annunciare a Carlo VII una sorta di mandato divino diretto, tant’è che essa designò il re col titolo di “lieutenant de Dieu” (luogotenente di Dio). Ciò rappresentava una possibilità nuova per l’Alto Medioevo, poiché poteva affermarsi l’idea che una nazione e il capo di una nazione potessero ricevere la propria legittimazione direttamente da Dio.

Per un momento”, commenta Evola, “sembra che la storia si facesse trasparente di un significato superiore, si conformasse ad una decisione eterna, divina, annunciata dalle «voci» che parlavano a Giovanna con le quali essa legittima la sua missione e, poi, lo stesso suo martirio”.

Evola riporta le parole con le quali il Mirgeler metteva in luce il senso che ha sempre avuto ogni vera profezia, ogni vero oracolo: “La vera profezia rivela ciò che, secondo una dimensione superiore, nell’accadere terreno è la cosa essenziale e la prefigura come uno schizzo anticipa un’opera d’arte”. La profezia indicherebbe essenzialmente una direzione, che pone il destinatario del messaggio divino dinnanzi ad una scelta, dalla quale dipenderà il manifestarsi o meno della storia, in un dato momento, di un destino di matrice trascendente o atemporale. Se l’esperienza ha un esito negativo, “le due serie si dissociano: l’ordine superiore è soltanto «storia» e soggiace ai fattori contingenti da cui la «storia» è determinata”.

Nel momento storico in cui Giovanna d’Arco operò, alla Francia era stata dunque data la possibilità non solo di risollevarsi come nazione in una fase di caos e di pericolo, ma anche di assurgere alla dignità di un “Saint Royaume”. “Ma tutto ciò si ridusse ad un breve lampeggiamento: la possibilità che era stata offerta alla Francia e che avrebbe potuto aver anche un significato universale per l’intera Europa cristiana andò perduta. Il messaggio della Vergine di Orléans fu invano”.

Incoronazione di Carlo VII nella cattedrale di Reims per intercessione di Giovanna d’Arco (1429)

Dopo la defezione di Carlo VII, la Francia si sarebbe invece indirizzata verso quello Stato assoluto che avrebbe costituito il preludio del moderno nazionalismo materialistico di matrice giacobina, che costituisce l’esatta antitesi del “Saint Royaume”, nel quale un popolo ed un capo seguono effettivamente un mandato divino che implica una specie di catarsi e di ascesi, un liberarsi da tutto ciò che è particolaristico e grettamente materialistico. La stessa Giovanna d’Arco sarebbe stata oggetto di uno sfruttamento nazionalistico e sciovinistico che avrebbe rappresentato la contraffazione ed il rovesciamento della sua figura e della sua funzione metastorica.

Quella Francia, che pure aveva donato all’Europa stirpi sacre quali quella dei Carolingi, dei Merovingi e dei Capetingi, avrebbe quindi inevitabilmente seguito sempre più la via di una “gloria cieca, priva di luce: da quel momento a nessun Francese il trionfo sarebbe realmente giovato a qualcosa, né esso si sarebbe risolto in un contributo positivo per un più saldo ordine europeo: si pensi a Luigi XIV o, in senso ancor più negativo, a Napoleone. Peraltro, secondo la tradizione, anche il Re Sole sarebbe stato oggetto di un tentativo di “contatto” trascendente: sembra infatti che nel 1689, un anno prima di morire, Santa Margherita Maria Alacoque cercò invano di fargli giungere un messaggio divino con quattro richieste, finalizzate ad una santificazione del Regno di Francia al Sacro Cuore di Gesù[1]. La celebrazione liturgica del Sacro Cuore di Cristo sarebbe stata introdotta solo nel 1856, da Pio IX: nel frattempo, però, la Francia e l’Europa sarebbero state al centro di eventi storico-culturali dalla notoria portata contro-tradizionale e sovversiva, come l’avvento dell’Illuminismo e la Rivoluzione francese, nell’ambito della quale un particolare rilievo simbolico e metastorico avrebbe rappresentato il terribile genocidio del popolo vandeano.

Di fatto la Francia, che fu avamposto cattolico dalla conversione di Clodoveo nel 496 d.C., fiore dell’Europa della Tradizione, e che quell’Europa stessa seppe difendere dall’invasione araba a Poitiers nel 732, sotto la guida di Carlo Martello, dalla rivoluzione giacobina in poi, dopo quasi 1300 anni, avrebbe iniziato un lento, inarrestabile declino indirizzato verso la progressiva perdita della spiritualità ed il sovvertimento mascherato sotto le insegne ingannatrici della laicité.

Novembre 1941, di ritorno dal “viaggio d’autunno” in Germania, dove si era tenuto un convegno internazionale degli scrittori europei: Pierre Drieu La Rochelle, Robert Brasillach e, accanto a loro, tra gli altri, Abel Bonnard, poeta e romanziere, ministro dell’Istruzione nel Governo di Vichy

Difficile non ripensare alla situazione della Francia tra le due guerre mondiali e durante l’ultima: invano personalità quali Pierre Drieu La Rochelle, Robert Brasillach, Maurice Bardeche, Alphonse De Chateaubriant, Abel Bonnard, Ferdinand Celine, Lucien Rebatet, Charles Maurras e la sua Action Franҫaise, e tanti altri, ognuno con le proprie peculiarità e sensibilità, avrebbero messo in evidenza i tratti salienti della decadenza in cui era precipitata la Francia e l’intera Europa. Ma, tra errori ed incomprensioni reciproche, nessuno sarebbe riuscito a raccogliere e a coagulare le forze più sane della renaissance francese, e l’esperienza stessa della cd. “rivoluzione nazionale” in seno al Governo di Vichy del maresciallo Petain sarebbe fallita. Tutto sarebbe tragicamente finito nel sangue di più di 100.000 morti, “democraticamente” giustiziati a fine guerra. Di quel periodo ci resta l’esempio, l’onore ed il sacrificio di formazioni di volontari quali la LVF, i cui membri, dopo lo scioglimento, avrebbero dato vita alla Divisione Charlemagne.

Il lungo dopoguerra, ripreso il filo solo parzialmente interrotto del demo-liberalismo decadente, avrebbe condotto all’attuale situazione europea, di cui la Francia rappresenta un eccellente paradigma: proprio in Francia hanno trovato terreno fertile le più violente istanze materialistiche, laiciste, antireligiose, femministe e relativistiche, fino a giungere, attraverso vari passaggi, alla legge promulgata il 15 marzo 2004, che impedisce l’esposizione di simboli religiosi di qualunque tipo nelle scuole e nei luoghi pubblici, alla legge che autorizza i transessuali a cambiare il loro genere legalmente nel 2009, a derubricare – primo paese al mondo – il transessualismo dalle malattie mentali nel 2010, ed alla legge che ha legalizzato i matrimoni omosessuali e le adozioni da parte delle coppie gay, in vigore dal maggio 2013.

Proprio nel maggio 2013 Dominique Venner avrebbe scelto la via del suicidio all’interno della Cattedrale di Notre Dame a Parigi per cercare di risvegliare le coscienze nei confronti dell’inarrestabile processo di decadenza dell’Europa e della sua secolare civiltà.

2. Cattedrali in fiamme e atti di blasfemia: l’attacco frontale alla Tradizione in Francia

Notre Dame, Nostra Signora: le cattedrali francesi, in particolare quelle gotiche, sono celebri in tutto il mondo per la loro bellezza, per l’antica Sapienza nascosta che i costruttori tramandarono di generazione in generazione in ogni centimetro di pietra di queste stupefacenti architetture, nelle loro misure, nelle loro simbologie. Come dimenticare proprio il simbolismo cosmico delle cosiddette “Cattedrali della Vergine”, cioè le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi e di Chartres, col suo celebre labirinto, tutte intitolate alla Notre Dame e disposte sulla superficie terrestre in maniera tale da riproporre esattamente il posizionamento delle stelle che in cielo formano la costellazione della Vergine.

Ebbene, questa manifestazione della Tradizione ed il suo significato più recondito sono oggetto dell’attacco più frontale delle forze contro-tradizionali; parallelamente alla progressiva laicizzazione e despiritualizzazione, all’approvazione di leggi sempre più sovversive, in Francia sono cresciuti il dileggio, il sacrilegio e l’oltraggio verso la religione, cattolica in primo luogo, ma anche islamica. Le celebri vignette di “Charlie Hebdo” e tutte le conseguenti vicende, anche recenti, lo stanno a testimoniare, fino al “diritto alla blasfemia” spudoratamente rivendicato quale parte integrante del diritto alla libertà di espressione dal damerino Emmanuel Macron (da ricordare, peraltro, che la legge francese sulla libertà di stampa del 1881 aveva formalmente abrogato il delitto di blasfemia fino ad allora vigente).

Notre Dame a Parigi in fiamme (aprile 2019) – tratta senza modifiche da wikipedia commons, under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license; author: LeLaisserPasserA38.

Nel 2019, secondo un rapporto del Ministero degli Interni, gli atti anti-cristiani di varia natura compiuti in Francia sono stati (ufficialmente) ben 1.052. Ma questo trend va avanti da tempo. Ricordiamo alcuni tra gli esempi più eclatanti degli ultimi anni: nel 2013, in pochi giorni, le cattedrali gotiche di Limoges e di Nantes erano state profanate e imbrattate con slogan o graffiti provocatori, come simboli del diavolo o il numero 666 scritto su un altare. Nel 2014 era stata imbrattata la chiesa parigina del Sacro Cuore con varie scritte, tra cui un «Vive la Commune», con chiara allusione al governo rivoluzionario parigino instauratosi nel 1792.

Nel luglio 2016, il parroco Jacques Hamel fu sgozzato nella sua chiesa di Saint-Etienne-du-Vouvray, a Rouen, mentre celebrava la messa, da due pseudo-affiliati all’Isis. Nel 2017, secondo i dati forniti dal Ministero degli Interni, furono oggetto di profanazioni o atti di vandalismo complessivamente 878 chiese: altari dati alle fiamme, spari su vetrate, furti di vasi liturgici comprese le pissidi con le ostie, e così via. Il 9 febbraio 2019, a Notre-Dame di Digione, la più bella chiesa gotica della Borgogna, uno sconosciuto entrato nell’edificio ha estratto le ostie dal tabernacolo sparpagliandole per terra attorno all’altare maggiore, e ha devastato il presbiterio. Fatti analoghi sono capitati in quel periodo anche a Nîmes, Lavaur e ad Houilles, che fu oggetto di varie profanazioni: danni ad un Crocifisso, una statua della Madonna danneggiata, il presbiterio distrutto[2].

Arriviamo così all’eccidio nella basilica di Notre-Dame di Nizza del 29 ottobre scorso, quando un sedicente “terrorista” islamico munito di coltello ha ucciso tre persone all’interno della chiesa: una donna è stata decapitata, il sacrestano sgozzato.

Un fenomeno estremamente inquietante per la sua valenza simbolica, sono anche gli incendi che hanno colpito proprio le chiese francesi negli ultimi due anni: ben 21, secondo un rapporto stilato dall’Osservatorio del Patrimonio Religioso (OPR). Dopo il celebre incendio che ha semidistrutto Nôtre-Dame a Parigi nell’aprile 2019, sempre nella capitale è andata in fiamme Saint Sulpice; e poi, fuoco anche a Saint Denis, Grenoble (la cui Chiesa di San Giacomo è andata quasi completamente distrutta), Tolosa, Rennes, Nancy, Pontoise, e, di recente, nel luglio scorso, è stata colpita anche la spettacolare cattedrale gotica dei Santi Pietro e Paolo a Nantes, il cui organo, che dominava la navata centrale (che supera in altezza di vari metri quella di Notre-Dame di Parigi), dalla sua alta galleria eretta nel 1620, è stato distrutto dalle fiamme. Alcuni di questi incendi sono stati accompagnati anche da atti di vandalismo su reliquie, statue, quadri, candelabri[3].

3. Profezie: dalla Francia arriverà il “Grande Monarca” restauratore?

Cosa avverrà in futuro? E’ interessante notare come diverse profezie di alcuni mistici, veggenti o semplici religiosi cristiani di varie epocheabbiano molto significativamente indicato la Francia, ancora una volta, come la terra dove dovrebbe nascere un nuovo Re divino, un eletto da Dio. Le profezie, che, come ci insegna René Guénon, vanno lette ed interpretate cum grano salis e non sempre (per non dire quasi mai) in senso strettamente letterale[4], parlano ripetutamente di una grande decadenza per la Chiesa, l’Europa e la Francia, divenuta “senza religione”[5], che sarà forse uno dei principali teatri di una terribile e lunga serie di guerre civili in terra europea, che potrebbe coinvolgere attori di varia natura.

Luigi IX di Francia, detto “Il Santo” (1214-1270) (dipinto di El Greco, 1590-1600)

Un “Grande Monarca”[6] francese, che in molte profezie viene chiamato “fiore di giglio”[7], “fiore bianco”[8] (il giglio è un simbolo della monarchia francese) o “L’Aquila (Bianca)”[9], sarà chiamato a ripristinare l’ordine e la pace nel consesso europeo, insieme ad un “Grande Papa”[10]. Un re consacrato da Dio, cattolico, discendente capetingio, forse della dinastia dei Borbone-Orléans, dal ramo di Re Luigi IX il Santo, discendente del ramo reciso dei Gigli di Francia dei capitani rappresentante sul trono di Francia”, e, forse di un’antica famiglia imperiale germanica[11]. “Un uomo del casato di Orléans”[12], “un discendente della stirpe carolingia, da tutti considerata estinta”[13] il cui nome dovrebbe essere Enrico (nelle profezie si parla del “servo Henri”, “Enrico della Croce”, “l’imperatore Enrico”), che sarà incoronato e dichiarato “legittimo Imperatore dei Romani” dal “Grande Papa”, Pontefice di Roma[14].

Anche una personalità di prim’ordine quale la grande mistica cristiana e Beata Anna Caterina Emmerich, alla cui figura Azione Tradizionale ha dedicato un articolo, ebbe, nel luglio del 1820, una visione simbolica dell’Imperatore Enrico, che merita risalto:

 “Ebbi una visione del santo Imperatore Enrico. Lo vidi di notte, da solo, in ginocchio ai piedi dell’altare principale in una grande e bellissima chiesa… e vidi la Beata Vergine venire giù da sola. Ella stese sull’altare un panno rosso coperto con lino bianco, vi pose un libro intarsiato con pietre preziose e accese le candele e la lampada perpetua … La Messa era breve. Il Vangelo di San Giovanni non veniva letto alla fine (evidente profezia del rito cattolico post-conciliare, ndr). Quando la Messa fu terminata, Maria si diresse verso Enrico e stese la sua mano destra verso di lui dicendo che questo era in riconoscimento della sua purezza. Allora lo esortò a non avere esitazioni. Dopo di ciò vidi un angelo, esso toccò il tendine della sua anca, come Giacobbe. Enrico provava grande dolore, e dal quel giorno camminò zoppicando”[15].

Per chiudere il cerchio, è significativo ricordare che una visione del 1946 di Ida Peerdeman, veggente olandese, chiamerebbe in causa di nuovo Giovanna d’Arco, per porre, simbolicamente, il suggello della sacralità sul nuovo Imperatore. E’ interessante leggerla:

“D’un tratto vedo una persona con una corazza, a cavallo. Allorché domando chi è, ricevo la risposta: «Giovanna d’Arco». Dietro di lei sorge improvvisamente una grande cattedrale. Domando di che chiesa si tratta e interiormente sento: «È la cattedrale di Reims». In seguito vedo una processione di uomini che si muove verso la chiesa. È una processione di altri tempi. C’è qualcuno a cavallo. Porta uno scudo e una spada ed è attorniato da molti scudieri. Sento: «Borbone!». Ho l’impressione che ciò sia per più tardi.”

Anna Katharina Emmerich (opera di Gabriel Cornelius Ritter von Max, 1885)

E’ da ricordare che nella cattedrale di Notre-Dame di Reims per mille anni furono incoronati i re di Francia, e che i Borbone sono una famiglia reale di origine francese, ramo cadetto della dinastia capetingia (che consiste nei discendenti in linea maschile di Ugo Capeto e in linea femminile della Dinastia Merovingia e della Dinastia Carolingia), che, in seguito all’estinzione degli altri rami, ereditò il trono di Francia nel 1589. La dinastia d’Orléans, in particolare, è un ramo della dinastia francese dei Borbone, che ebbe per capostipite Filippo I di Borbone-Orléans e che è tutt’ora esistente. Alcuni tasselli sembrerebbero, dunque, andare al loro posto: sarà dunque la Francia, in un futuro al momento indefinibile, ad essere chiamata di nuovo in causa per una battaglia metafisica ed una restaurazione dell’ordine divino nelle terre d’Europa?

Note

[1] Il messaggio della Santa prevedeva quattro richieste: inserire il Sacro Cuore di Gesù negli stemmi reali; costruire un tempio in Suo onore, dove avrebbe ricevuto l’omaggio della Corte; il Re avrebbe poi dovuto fare la consacrazione al Sacro Cuore, ed avrebbe infine dovuto impegnarsi con la sua autorità presso la Santa Sede per ottenere una Messa in onore del Sacro Cuore di Gesù. Sembra che la Madonna di Fatima, in una della apparizioni a Suor Lucia, a seguito della mancata consacrazione al Suo Cuore Immacolato della Russia, come da Lei chiesto («È arrivato il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i Vescovi del Mondo, la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato, promettendo di salvarla con questo mezzo»), lamentandosi fece riferimento anche a tale episodio: «Non hanno voluto soddisfare la Mia richiesta!…Come il Re di Francia (Luigi XIV, appunto, ndr) si pentiranno e la faranno, ma sarà tardi. La Russia avrà già sparso i suoi errori per il mondo, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa: il Santo Padre avrà molto da soffrire».

[2] http://www.settimananews.it/chiesa/attacchi-le-chiese-francia/ .

[3] http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/esteri/il-mistero-delle-chiese-bruciate-in-francia-21-in-due-anni-e-oltre-mille-atti-anti-cristiani-nel-solo-2019/

[4] Le visioni e le profezie di mistici e santi, in particolare sul declino della Chiesa Cattolica e sulla fine dei tempi, sono molteplici e risalgono a tutte le epoche. Ovviamente, come si accennava nel testo, si tratta di fenomeni da interpretare e valutare sempre con attenzione, soprattutto con l’approssimarsi alle epoche più recenti, poiché, come ci insegna René Guénon, predizioni, profezie e visioni, pur contenendo, quando siano di fonte sicura ed attendibile, tracce più o meno ampie di verità, subiscono deformazioni ad opera degli “specchi” dello psichismo inferiore, e “riduzioni” causate ora dal metro mentale dei veggenti, che tendono a materializzarle e “localizzarle” per farle entrare all’interno dei loro contesti mentali, ora da necessari “adattamenti” di verità metafisiche (e quindi razionalmente inintelligibili), ora da ridimensionamenti causati da idee preconcette o autosuggestioni.

Pertanto tali alterazioni, dovute ad elementi spuri o erronei a diversi livelli, e le interferenze della sfera psichica su elementi di provenienza metafisica, rendono visioni e profezie talora di difficile interpretazione, altre volte poco attendibili (Cfr. René Guénon, Il Regno della quantità e i segni dei tempi, capitolo 37 – “l’inganno delle profezie”). Anche perché, ricordiamolo, l’esperienza mistica in senso stretto è il massimo grado della partecipazione essoterica al divino, ed è per questo che essa si presenta tendenzialmente come intrisa di elementi di natura passionale ed emozionale, con frequenti alterazioni delle sfere sensoriali, in un turbine di interferenze reciproche ed incontrollabili tra sfera psichico-emotiva e sfera intellettuale-sovraordinata. Con tale “avvertenza” riportiamo ora vari stralci delle profezie che seguono.

[5] L’Estatica di Tours (XIX secolo) così profetizzava: “… Prima che la guerra esploda di nuovo, il cibo scarseggerà e sarà molto caro. Ci sarà poco lavoro per i lavoratori, e i padri sentiranno i loro figli piangere per la fame. Ci saranno terremoti e segni nel sole. Verso la fine, l’oscurità ricoprirà la Terra. Quando tutti pensano che la pace sia assicurata, quando tutti meno se l’aspettano, il grande evento avrà inizio. La rivoluzione esploderà in Italia, quasi nello stesso momento che in Francia. Per un po’ di tempo la Chiesa sarà senza un Papa. Anche l’Inghilterra avrà molto da soffrire. La rivoluzione si propagherà ad ogni città francese. Ci sarà una grande strage. Questa rivoluzione durerà solo pochi mesi ma sarà terribile; il sangue scorrerà dappertutto perché la malizia dei malvagi raggiungerà il suo culmine. Le vittime saranno innumerevoli. Parigi sembrerà un mattatoio… Le persecuzioni contro la Chiesa saranno anche maggiori, ma non dureranno per molto tempo. Tutte le chiese verranno chiuse… I sacerdoti dovranno nascondersi. I malvagi cercheranno di distruggere tutto ciò che è religioso, ma non avranno abbastanza tempo. Molti vescovi e sacerdoti verranno messi a morte. L’arcivescovo di Parigi verrà assassinato. A molti altri preti a Parigi sarà tagliata la gola, perché non avranno il tempo di trovare un luogo in cui nascondersi … I malvagi saranno i padroni per un anno e qualche mese … Il Santo Padre sarà assassinato … Parigi verrà distrutta quasi interamente. Il buon Re (vedi infra il Grande Monarca, ndr) non verrà che alla fine degli sconvolgimenti, in cui tutti i malvagi saranno distrutti”.

Maria Giulia Jahenny da Blain (Francia, XIX-XX secolo): “Quasi tutta la Francia sarà diventata «Maometto» e senza religione.”.

La Beata Anna Maria Taigi da Siena (XIX secolo):La Francia precipiterà in una spaventosa anarchia. I francesi avranno una disperata guerra civile nel corso della quale anche i vecchi prenderanno le armi. I partiti politici, avendo esaurito il loro sangue e la loro rabbia senza essere stati capaci di arrivare ad alcuna soluzione soddisfacente, si accorderanno, come ultima risorsa, per far ricorso alla Santa Sede. Allora il Papa invierà in Francia un legato speciale… A seguito delle informazioni ricevute, Sua Santità in persona nominerà un Re molto cristiano per il governo della Francia”.

[6] Del “Grande Monarca” parlano espressamente Melania Calvat, veggente di La Salette (XIX secolo); l’Abbé Souffrand (XIX secolo) (“Durante il regno del Grande Re, in tutto il mondo si praticheranno le più nobili virtù e la terra produrrà abbondanti raccolti“: sembra di rileggere le descrizioni classiche dell’Età dell’Oro); San Metodio (III-IV secolo); Fra’ Rocco (XIX secolo); San Francesco da Paola (XV secolo), che specifica che il Grande Monarca “durante la sua infanzia sarà come un santo; nella sua giovinezza un grande peccatore; quindi si convertirà completamente a Dio e farà grande penitenza; i suoi peccati saranno perdonati e lui diventerà un grande santoSarà il fondatore di un nuovo ordine religioso diverso dagli altri. Lo dividerà in tre classi, ovvero cavalieri militari, sacerdoti solitari, e frati ospitalieri molto pii. Questo sarà l’ultimo ordine religioso nella Chiesa, e farà più bene per la nostra santa religione di tutte le altre istituzioni religiose … regnerà fino alla fine dei tempi. Su tutta la terra ci saranno soltanto dodici re, un solo imperatore e un solo papa. I ricchi saranno molto pochi, ma tutti santi“.

Il simbolo tradizionale del Cuore, sedes sapientiae, nella versione cristiana del Sacro Cuore di Gesù, che promana fuoco e luce

L’Estatica di Tours spiegava: “il popolo francese si rivolgerà a Dio e implorerà i Sacri Cuori di Gesù e di Maria Immacolata… Il popolo francese invocherà il buon sovrano. Colui che fu scelto da Dio. Egli verrà; questo salvatore che Dio ha tenuto in serbo per la Francia. Questo re che ora non vogliono perché è caro al Cuore di Gesù. Egli ascenderà al trono. Libererà la Chiesa e riaffermerà i diritti del Papa. Il Concilio si riunirà di nuovo dopo la vittoria. Ma questa volta gli uomini saranno obbligati ad obbedire. Ci sarà un solo gregge e un solo pastore. Tutti gli uomini riconosceranno il Papa come padre universale, re di tutti i popoli. Così l’umanità sarà rigenerata.”

[7] Padre Callisto (XVIII secolo) profetizzava: “Un fiore di giglio risplendente esce da una nube… Gloria a Dio! La fede rinasce; un uomo, strumento di Dio, viene a riaccendere il candelabro. Beati coloro che saranno sopravvissuti! Gloria à Dio!; San Cataldo di Taranto, VI secolo, parla del “Grande Monarca” come di un “Re del Casato del Giglio”; Giovanni di Vatiguerro (XIII secolo) parla di “un giovane Principe” che “riacquisterà la Corona dei Gigli ed estenderà il suo dominio su tutto il mondo”.

[8] Santa Ildegarda di Bingen (XII secolo): “La pace ritornerà nel mondo quando il Fiore Bianco prenderà nuovamente possesso del trono di Francia…”.

[9] Definiscono espressamente il Grande Re quale “Aquila Bianca” Fra’ Johannes, XVII secolo, San Vincenzo Ferrer, XIV secolo, Santa Brigida di Svezia, XIV secolo, la quale precisa che “L’Aquila” “distruggerà le sette giudaiche e maomettane, e restaurerà la chiesa di Santa Sofia”. Significativo che Santa Sofia ad Istanbul sia stata da poco tempo riportata al culto islamico da Erdogan.

[10]Il Grande Monarca e il Grande Papa precederanno l’Anticristo. Le nazioni saranno in guerra per quattro anni ed una grande parte del mondo sarà distrutta…” (Abate Werdin d’Otranto, XIII secolo).

“…Il quinto periodo della Chiesa, che iniziò attorno al 1520, terminerà con l’arrivo del Papa Santo e del potente Monarca che è chiamato «Aiuto da Dio» perché ripristinerà ogni cosa … Il sesto periodo inizierà con il potente Monarca e il Pontefice Santo… durerà fino alla rivelazione dell’Anticristo. In questo periodo, Dio consolerà la Sua Santa Chiesa per le afflizioni e le grandi tribolazioni che ha patito durante il quinto periodo” (Ven. Bartolomeo Holzhauser, XVII secolo);

Un santo solleva le braccia al Cielo; placa l’ira di Dio. Egli ascende al trono di Pietro. Nello stesso tempo, il Grande Monarca ascende al trono dei suoi avi. Tutto è tranquillo ora. Gli altari vengono riedificati; la religione torna a vivere di nuovo. Ciò che vedo ora è così meraviglioso che non riesco a esprimerlo” (Suor Bertina Bouquillon, XIX secolo);

Verrà in soccorso delle province un principe che è stato esiliato in gioventù e che riacquisterà la corona dei gigli. Questo principe estenderà il suo dominio sull’intero universo. Nello stesso periodo ci sarà un grande Papa che sarà eccelso in santità e perfetto in ogni qualità. Questo Papa avrà al suo fianco il Grande Monarca, un uomo di grandi virtù, che sarà un discendente della santa stirpe dei re francesi. Il Grande Monarca assisterà il Papa nella riforma di tutta la terra. Molti principi e nazioni che stanno vivendo nell’errore e nell’empietà si convertiranno e una mirabile pace regnerà fra gli uomini per molti anni, perché l’ira di Dio sarà stata placata con il loro pentimento, la penitenza e le buone opere. Ci sarà una legge comune, una sola fede, un battesimo, una religione. Tutte le nazioni riconosceranno la Santa Sede di Roma e tributeranno il giusto omaggio al Papa…” (San Cesario di Arles, VI secolo);

Il Papa cambierà la sua residenza e la Chiesa non sarà difesa per venticinque mesi o più, perché durante tutto quel tempo non ci sarà Papa a Roma… un giovane Principe riacquisterà la Corona dei Gigli ed estenderà il suo dominio su tutto il mondo… Dopo molte tribolazioni, un Papa sarà eletto fra coloro che saranno sopravvissuti alle persecuzioni. Con la sua santità egli riformerà il clero, e il mondo intero venererà la Chiesa per la sua santità, virtù e perfezione” (Giovanni di Vatiguerro XIII secolo);

“Il clero cattolico e il popolo eleggeranno il Papa vero e legittimo, che sarà un uomo di grande santità e bontà di vita …Un discendente della stirpe carolingia, da tutti considerata estinta, verrà a Roma e osserverà ammirato la pietà e la clemenza di questo Pontefice, il quale lo incoronerà e dichiarerà che egli è il legittimo Imperatore dei romani. Dal trono di Pietro il Papa leverà lo stendardo, il crocifisso, e lo darà al nuovo Imperatore. Questo nuovo Imperatore con la robusta gente italiana, francese e di altre nazioni formerà il più potente degli eserciti che sarà chiamato l’Esercito della Chiesa …(“Il Frate Cappuccino”, XVIII secolo);

Dio eleverà un santo Papa e gli Angeli si rallegreranno. Questo uomo illuminato da Dio attraverso la sua santità ricostruirà quasi tutto il mondo. Condurrà tutti alla vera Fede. Dappertutto prevarranno il timor di Dio, la virtù e la moralità. Egli riporterà all’ovile tutte le pecore smarrite e sulla terra ci sarà un’unica Fede, una sola legge, una sola regola di vita e un solo battesimo. Tutti gli uomini si ameranno reciprocamente e faranno il bene, e tutti i dissidi e le guerre cesseranno” (Fra’ Johannes, XVII secolo);

25 dicembre 800: Papa Leone III incorona imperatore Carlo Magno nella Basilica di San Pietro (nell’immagine, “Krönung Karls des Großen”, “l’incoronazione di Carlo Magno” di Friedrich Kaulbach (1822-1903) (cliccare per ingrandire)

[11]Per salvare il mio popolo e la Francia, ci sono solo Io, attraverso un miracolo. L’uomo che la deve salvare, nessuna creatura lo conosce. […] Colui che deve portare [lo scettro] è nascosto nel segreto di Dio. […] Dio darà [a questo sovrano] tutte le grazie e i lumi necessari che gli faranno conoscere i mezzi con i quali dovrà mettere tutto in opera per la rigenerazione dell’umanità, così come Dio la vuole. Questo sarà un Re bianco, un nuovo San Luigi, più grande e più santo. Sarà mantenuto santo e salvo, perché la Madre di Dio lo protegge come un proprio figlio. Ella l’ha salvato per essere l’erede di una corona meritata e che gli è stata tolta. E’ un discendente del ramo reciso dei Gigli di Francia dei capitani rappresentante sul trono di Francia … Uscirà dal Mio Sacro Cuor e… colui che è destinato a portare la pace. Con la sua incoronazione tutti i mali finiranno. Egli discende dal ramo di San Luigi … Chiamerò in aiuto alla Francia il mio servo Henri” (IX-XX secolo, messaggi di Gesù a Maria Giulia Jahenny da Blain; in altri messaggi della Jahenny, questo sovrano viene anche chiamato “Enrico della Croce”);

 “Quando tutto sarà in rovina a causa della guerra; quando i cattolici saranno attaccati duramente da traditori della stessa religione ed eretici; quando alla Chiesa e ai suoi servi verranno negati i loro diritti, le monarchie saranno state abolite e i loro sovrani uccisi, allora la mano di Dio Onnipotente opererà un meraviglioso cambiamento, qualcosa di apparentemente impossibile, secondo la ragione umana … Sorgerà un valoroso re consacrato da Dio. Sarà un cattolico e un discendente di Luigi IX, ma anche un discendente di un’antica famiglia imperiale germanica, nato in esilio. Egli regnerà sovrano nelle questioni temporali. Nello stesso tempo, il Papa regnerà sovrano nelle questioni spirituali. Le persecuzioni cesseranno e la giustizia regnerà…” (Ven. Bartolomeo Holzhauser, XVII secolo).

[12]Un uomo poco amato dalla Francia verrà posto sul trono; sarà fatto re un uomo del casato di Orleans(Padre Nectou, XVIII secolo);

[13] “Il Frate Cappuccino”, XVIII secolo, cit.;

[14] “… Verrà chiamato Imperatore Romano e darà la pace al mondo. Seguirà un’epoca di bontà e felicità. Dio sarà lodato sulla terra e non ci sarà più guerra” (Bernhardt Rembordt, XVIII secolo, che parla di una Francia “divisa” a quell’epoca); “ … Pontefice, il quale lo incoronerà e dichiarerà che egli è il legittimo Imperatore dei romani” (“Il Frate Cappuccino”, XVIII secolo, cit.);

[15] Da notare che sono numerose le profezie in cui si riferisce che il “Grande Monarca” avrà una menomazione ad una gamba che lo farà zoppicare.

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'La Francia come misterioso crocevia della storia d’Europa?' has no comments

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"In una civiltà tradizionale è quasi inconcepibile che un uomo pretenda di rivendicare la proprietà di una idea e, in ogni caso, in essa chi così facesse, con ciò stesso si priverebbe di ogni credito e di ogni autorità, poiché condannerebbe l’idea a non esser più che una specie di fantasia senza alcuna reale portata. Se una idea è vera, essa appartiene in egual modo a tutti coloro che sono capaci di comprenderla; se è falsa, non c’è da gloriarsi di averla inventata. Una idea vera non può essere «nuova», poiché la verità non è un prodotto dello spirito umano, essa esiste indipendentemente da noi, e noi abbiamo solo da conoscerla. Fuor da tale conoscenza, non può esservi che l’errore" (R. Guénon)

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