Nuove aste per Evola dadaista

a cura della Redazione di RigenerAzione Evola

Ancora una volta un’opera dadaista di Evola viene battuta all’asta ed aggiudicata per una cifra importante. Nel dicembre del 2016 avevamo dato notizia dell’aggiudicazione record dell’opera “Astrazione” di Evola, venduta alla esorbitante cifra di 100.000 euro, rispetto ad una base di 22.000 euro, in occasione di un’asta di arte moderna e contemporanea organizzata dalla Bertolami Fine Arts, tenutasi il 2 dicembre di quell’anno a Roma, presso Palazzo Caetani Lovatelli. Si trattò della cifra più alta alla quale fosse mai stata venduta un’opera di un pittore dadaista italiano.

La locandina dell’asta tenutasi a Milano lo scorso 9 dicembre a cura della Casa d’aste Pandolfini, con sullo sfondo l’opera “DDDD–Paysage Dada” di Evola

Negli ultimi anni, non sono poche le case d’arte che stanno riscoprendo e riproponendo i lavori dadaisti di Evola. Ad esempio, la casa d’aste Bozner Kunstauktionen ha riproposto a Castel Mareccio (Bolzano) dapprima nel maggio 2018 e, poi, lo scorso 29 novembre, due “Senza Titolo” di Evola, con commenti lusinghieri.

Quest’anno, in occasione dell’asta di arte moderna e contemporanea indetta dalla casa d’aste Pandolfini lo scorso 9 dicembre a Milano, in cui sono stati proposti al pubblico 130 lotti totali, con artisti come Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Hans Richter o Emil Filla, ha trovato spazio anche Julius Evola con l’opera “DDDD – Paysage dada” (1920-21), lotto 77. L’olio su tela del barone, con una stima tra i 60.000 e gli 80.000 euro, è stato battuto, secondo quanto riportato dal sito exibart.com., per il prezzo di 75.000 euro.

La casa d’arte Pandolfini aveva già messo in evidenza l’opera di Evola in sede di presentazione dell’asta, con queste parole: “Il 9 dicembre in asta a Milano il catalogo di Arte moderna e contemporanea, in cui i collezionisti e gli addetti ai lavori, potranno trovare una ricca proposta di dipinti, opere su carta e sculture di alcuni degli artisti più autorevoli del panorama italiano e internazionale: un catalogo che risponde alle richieste più attuali del mercato: (…) di grande rilievo, segnaliamo l’opera dadaista DDDD–Paysage Dada di Julius Evola, personalità poliedrica del Novecento italiano

Nella scheda dedicata al lotto 77 di Evola, la casa d’arte Pandolfini aveva poi dedicato alcune righe alle esposizioni artistiche di Evola di quel periodo: “Nel dicembre del 1920, Evola, Prampolini e Fiozzi, partecipano all’ Esposizione Internazionale di Arte Moderna a Ginevra. Due mesi più tardi la sua opera, a Roma, verrà esposta a l’esposizione La Section d’Or di Parigi, organizzata dalla Casa d’Arte italiana, con opere di Van Doesburg, Férat, Buchet, Duchamp-Villon, Gleizes, lèger, Jacques Villon e Archipemko, che si reca per l’occasione a Roma per incontrare Prampolini. Evola, assente, invece presenta una mostra personale di ben più di una cinquantina di opere alla galleria Der Sturm a Berlino. Separa la sua attività da quella di Prampolini, ed invita Cantarelli e Fiozzi, a unirsi a lui per fondare ‘il Dada italiano’, inoltre prepara una esposizione dadaista chez Bragaglia in compagnia di Schad”.

Ecco infine il resoconto dell’asta presentato da exibart.com:

Successo per l’asta di Arte Moderna e Contemporanea Pandolfini

di Veronica Cimmino

La casa d’aste Pandolfini chiude l’asta di Arte Moderna e Contemporanea con risultati più che soddisfacenti

L’opera “Senza titolo” di Evola, Lotto 10 della recente asta tenutasi il 29 novembre scorso a Castel Mareccio (Bolzano), con base di euro 12.000.

Si è conclusa ieri l’asta di arte moderna e contemporanea Pandolfini, con risultati che attestano un momento di particolare fervore per il mercato dell’arte. Con il 73% di lotti venduti, per un totale di 1.700.000 euro, l’asta battuta lo scorso 9 dicembre, a Milano, ha registrato il 135% delle stime.

Significativa la partecipazione internazionale, con aggiudicazioni importanti come nel caso di Composizione Cubista di Emil Filla (lotto n. 79), avanguardia accaparrata per 300.000 euro. Una partecipazione internazionale che ha mostrato interesse non solo per opere di artisti internazionali, come accaduto per Orchestre di Hans Richter, aggiudicato per 118.750 euro, ma anche per artisti nazionali: Oreste e Pilade di Giorgio de Chirico è passata di mano – dopo un’animata gara – a 150.000 euro. Non sono passati inosservati Gastone Novelli, che con Che cosa si può dire realizza 81.259 euro, ed Emilio Scanavino, con un Senza Titolo aggiudicato per 26.250 euro; Tetti di Via Leonina di Renato Guttuso raggiunge 47.400 euro, quasi raddoppiando la sua stima.

Passato in nuova collezione anche un olio su tela di Frantisek Janousek, Paesaggio con Libro Firmato del 1934, realizzando 137.500 euro (lotto 86), mentre tra i degni di nota sciuramente Les Chevalier di André Masson, aggiudicato per 112.500 euro e Abstraktion, opera di Rudolf Schlichter passata nelle mani di un collezionista straniero per 93.750 euro.

Buona aggiudicazione anche per l’opera dadaista DDDD-Paysage dada di Julius Evola, battuta a 75.000 euro, e lo stesso vale anche per Sunrise di Marcello Lo Giudice e Senza Titolo di Massimo Giannoni, battute rispettivamente a 32.500 e 10.625 euro.



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"In una civiltà tradizionale è quasi inconcepibile che un uomo pretenda di rivendicare la proprietà di una idea e, in ogni caso, in essa chi così facesse, con ciò stesso si priverebbe di ogni credito e di ogni autorità, poiché condannerebbe l’idea a non esser più che una specie di fantasia senza alcuna reale portata. Se una idea è vera, essa appartiene in egual modo a tutti coloro che sono capaci di comprenderla; se è falsa, non c’è da gloriarsi di averla inventata. Una idea vera non può essere «nuova», poiché la verità non è un prodotto dello spirito umano, essa esiste indipendentemente da noi, e noi abbiamo solo da conoscerla. Fuor da tale conoscenza, non può esservi che l’errore" (R. Guénon)

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