Risposta di Raido & Rigenerazione Evola all’ultima sterile polemica della Fondazione Evola
Avremmo voluto davvero risparmiarci lo sforzo (penoso) di dover tornare a parlare della Fondazione Evola, ma evidentemente rappresentiamo una ossessione per questi signori che, invece di impegnarsi nella promozione della Tradizione e dell’opera di Julius Evola, ambiscono a riempire le loro noiose e senili giornate in futili polemiche. Per loro vale la massima di George Orwell – opportunamente rivista – per cui: “Tutti sono Evoliani ma alcuni sono più Evoliani degli altri”, da cui discende che solo lor signori hanno diritto a parlare di Evola, pena la gogna mediatica e culturale.
Ultima polemica, in ordine di tempo, è un lungo sproloquio rilanciato da alcuni siti loro amici ai quali rispondiamo ben sapendo che così facendo, ahinoi, alimentiamo solo il loro piccolo ego di intellettuali e accademici… ma tant’è. Questa polemica nasce dal fatto che nell’ambito della newsletter di promozione commerciale della Libreria “Raido” (che si guardano bene dal nominare…), sia finito fra gli ultimi libri inseriti in catalogo anche un libro sgradito alla Fondazione. Lungi da noi voler difendere tale libro che, come tanti, entrano nel nostro catalogo pur non rappresentando le nostre posizioni, ma uno dei migliaia di titoli del nostro catalogo. Catalogo che serve a finanziare una libreria che da quasi venticinque anni è aperta tutti i giorni per diffondere una certa visione del mondo che, costoro, vorrebbero limitata ai libri, ai dotti convegni e salotti connessi. Libreria che finanzia una Comunità Militante, omonima, che di quella visione del mondo e di Evola (e non solo) ha fatto il carburante per essere una fucina di uomini e donne che militano ogni giorno contro il mondo moderno.
Eccolo qui il casus belli, ecco il reato di lesa maestà: aver rilanciato il libro sgradito, messo all’indice dalla Fondazione, a riprova di un oscurantismo tipico del letteralismo di chi è prigioniero delle forme. Per loro sarebbe forse più utile coniare il termine di salafiti del pensiero evoliano, visto che quello di “evolomani” gli sta ormai stretto a giudicare dai fatti.
Allora a quando l’accusa di antifascismo per aver diffuso negli anni centinaia di copie dei libri di Antoine de Saint Exupery, morto combattendo nei cieli di Francia contro l’Asse? A quando il rogo per aver letto e apprezzato i libri dell’amerikano Steven Pressfield autore de “Le porte di fuoco”? Per non parlare del peccato mortale di aver tra i nostri punti di riferimento Rene Guénon che, pure, fu massone! Insomma, non sapremmo davvero da dove cominciare nel nostro mea culpa, cari amici della Fondazione Evola.
Il tutto mentre a casa loro si tollerano derive neospiritualistiche, connivenze e collaborazioni massoniche, esaltazioni unilaterali di personaggi come Alesteir Crowley, etc. che ambienti limitrofi e vicini alle persone che animano la Fondazione fanno quotidianamente, spesso sfruttando Evola come veicolo per evocare e legittimare ben altro. E’ proprio vero che quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito, come dicemmo in una nostra risposta di tempo fa alla Fondazione che farebbero bene a leggere e farne tesoro. Ma chi persevera con tale boriosa tracotanza nell’errore non è però uno stolto, è evidentemente ben consapevole di quello che fa: avendo scopi e obiettivi decisamente più profondi e sinistri di quelli visibili in apparenza.
“Profondo è l’odio che l’animo volgare nutre contro la bellezza“, diceva Ernst Jünger. E la misura del vostro errore sta proprio in questo cari signori della Fondazione Evola. Fatevene una ragione, perché non lasceremo Evola in mano a massoni e Professori.
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