Racconto | Un’anima bella riscattata così

In questo breve racconto, Evola descrive con grande sagacia ed ironia cosa si nasconde, nella stragrande maggioranza dei casi, nelle esperienze connesse a medium, sedute spiritiche, evocazioni di entità sovrannaturali e simili, nella giungla decadentistica delle correnti neospiritualistiche contemporanee.

***

di Julius Evola

(Tratto dal Roma, 2 agosto 1950)

No, non poteva pensare di dimenticarlo e di esser di nuovo felice. La signora Berri aveva perduto da poco suo marito e dopo questa perdita l’esistenza era divenuta atona e vuota per lei. Malgrado la sua giovinezza bionda, essa non aveva sguardo per la vita che le pulsava intorno nella grande città. Da quasi tutte le conoscenze si era allontanata. Visitava ancora di tempo in tempo una vecchia amica, soprattutto per l’interesse che questa nutriva per i problemi dello spirito.

Un giorno la signora Berri, che era andata appunto a trovare questa amica, ne trovò il salotto affollatissimo. Un occultista di Torino, venuto come ospite, stava tenendo una conferenza per un uditorio appositamente invitato. Proprio in quel momento egli, concludendo, sosteneva con enfasi che la morte non è più un mistero per la scienza moderna; la sopravvivenza delle anime disincarnate sarebbe ormai provata, così come la possibilità di un commercio con esse pel tramite di medium adatti. Egli stesso, come direttore di una rivista specializzata, aveva raccolto, nel riguardo, ogni specie di materiale probativo. La parola dell’occultista era fascinosa, e colpiva anche il suo aspetto, le sue lunghe e pallide mani, i suoi occhi di gazzella lucenti e languidi, la barba ben tagliata e i neri capelli ondulati.

maschera-e-volto-dello-spiritualismo-contemporaneo-neospiritualismo-evolaAnche la signora Berri non poté non esser impressionata da ciò che udiva affermare con tanta sicurezza, sì che nella sua anima si accese la speranza di trovare una via sovranormale per un rapporto col suo caro. Quando la gran parte degli ospiti se ne fu andata, essa si avvicinò all’occultista, a chiedergli se le potesse raccomandare un medium di fiducia. Voleva tentare di evocare l’anima di suo marito.

«Ecco – fece l’occultista – non dovrei esser io a dirlo, ma fatto è che io stesso sono noto come un ottimo medium. Quale sarebbe il suo desiderio?».

La signora Berri palesò la sua speranza e pregò di organizzare una seduta. Un giorno fu fissato. I due sedettero ai lati opposti di un tavolino e non appena fatto l’appello nel modo dovuto l’anima del marito si palesò. La signora Berri gridò quasi pel rapimento.  E subito ci si dette ad interrogare lo spirito invisibile col noto metodo dei picchi, la prima domanda essendo naturalmente come egli si trovasse nell’aldilà. Qui venne anzitutto una esposizione quasi teologica. Inferno e Paradiso – disse lo spirito – non vanno intesi in modo così materialistico come usa il volgo. I più passano nell’altra vita senza essersi liberati dai loro desideri e dalle loro passioni. Ma queste continuano a vivere e ad agire sull’anima del morto, e, non avendo né organi né oggetti per soddisfarli, il loro effetto è come una sete ardente e insostenibile. Ed ecco il vero senso del fuoco e delle fiamme che tormentano le anime nel purgatorio e, peggio, nell’inferno.

Dopo queste spiegazioni lo spirito del signor Berri rivelò che egli aveva lasciato la terra nutrendo ancora un tale desiderio per la sua giovane moglie, che egli stava ora soffrendo nelle regioni più spaventose dell’inferno.

Furon tenute nuove sedute e sempre di nuovo si ebbero ad udire i lamenti dello spirito per via del fuoco e delle fiamme in mezzo cui si trovava. Ci si può immaginare l’animo della povera signora Berri. Essa era là, innamoratissima del marito, e ciò a nulla serviva per aiutarlo.

Nel frattempo si andò sviluppando una amicizia fra la giovane signora e l’occultista dalle pallide mani e dai languidi occhi. Il medium fece ad essa parte delle sue dottrine, le cominciò a prestare libri, raccomandando specialmente una collezione di racconti cinesi. In essi si narravano strane cose concernenti il sovrannaturale, soprattutto dei poteri di certi esseri incorporei di prender possesso dei corpi di uomini o di donne viventi onde compiere azioni che altrimenti sarebbero state loro impossibili.

medium-sedute spiritiche-mistificazioni2Fu così che una nuova idea si fece largo nella mente della bionda signora Berri. Ma certo, suo marito poteva essere aiutato! Bastava che lei fosse stata in grado di aver in prestito, per la di lui anima, un corpo adatto. Ma da chi? Questo, in fondo, era semplice: proprio colui che aveva avuto tanto successo nello stabilire un primo contatto col morto avrebbe potuto servir nuovamente da tramite, meglio di qualsiasi altro. L’anima della bionda signora fu campo di battaglia di contrastanti sentimenti. Alla fine il suo amore prevalse e un giorno, raccogliendo tutto il suo coraggio, essa si recò da brava a visitare l’occultista.

«Signore, – disse, tutta seria – sono qui per chiedere alla Sua amicizia una prova».

«Mi dica, cara signora, – rispose l’altro – credo che non vi sia nulla sulla terra che io non farei per un’anima nobile e elevata come la Sua».

«Ecco… Ebbene… Insomma – fece la signora – Lei dovrebbe farmi il favore di prestare il Suo corpo allo spirito di mio marito».

«Potenze del cielo! – esclamò l’occultista – Ma Lei non dice sul serio?».

«Amico mio, – replicò la signora – ciò di cui La prego non riguarda né me, né Lei, non si tratta di cose della carne ma di dovere, di sacrificio, di altruismo. Io debbo aiutare quella povera anima che soffre così orribilmente nell’inferno!».

«Davvero spiacente, signora, ma non se ne parli. Infine, io sono uno spiritualista! No, non posso nemmeno pensare ad una cosa così orribile!».

La signora Berri non sapeva che fare. Alla fine ebbe un’idea.

medium-sedute spiritiche-mistificazioni3«Senta, – disse – io so che gli occultisti da noi non hanno molta fortuna. Così sono pronta a farmi abbonata sostenitrice per 50 mila lire alla Sua rivista se Lei vorrà sacrificarsi ed aiutarmi».

Alla fine l’occultista disse, con un sospiro: «Ebbene, si».

Per la seduta di nuovo genere fu fissato un giorno. Dopo, lo spirito fu chiamato e gli fu chiesto come si sentisse. «Ebbene, un po’ meglio, ora – fu la risposta – Non vorresti ripetere, cara?».

Le sedute continuarono e sembrò che lo spirito andasse effettivamente sempre meglio. Non così la giovane signora. Da quelle sedute usciva non poco spossata; tanto che talvolta non poteva fare a meno di pensare: «Dio mio, che luogo orribile deve esser l’inferno! Il mio povero marito vi ha imparato cose abominevoli di cui prima non aveva un sospetto!».

Ma, naturalmente, non era il caso di fermarsi a mezza strada. Fu solo dopo qualche settimana che lo spirito comunicò: «Ora mi sento completamente pacificato e purificato e debbo partire per il paradiso, da dove temo che le possibilità di comunicare ancora con dei mortali siano rare. Addio cara, è stato davvero molto affettuoso da parte tua».

Era proprio il giorno della partenza dell’occultista da quella città. Nel nuovo numero della sua rivista apparve un pubblico ringraziamento redazionale per la generosa offerta di una signora B., «vera discepola del sentiero della devozione».



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"In una civiltà tradizionale è quasi inconcepibile che un uomo pretenda di rivendicare la proprietà di una idea e, in ogni caso, in essa chi così facesse, con ciò stesso si priverebbe di ogni credito e di ogni autorità, poiché condannerebbe l’idea a non esser più che una specie di fantasia senza alcuna reale portata. Se una idea è vera, essa appartiene in egual modo a tutti coloro che sono capaci di comprenderla; se è falsa, non c’è da gloriarsi di averla inventata. Una idea vera non può essere «nuova», poiché la verità non è un prodotto dello spirito umano, essa esiste indipendentemente da noi, e noi abbiamo solo da conoscerla. Fuor da tale conoscenza, non può esservi che l’errore" (R. Guénon)

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